venerdì 8 luglio 2011

«Ecco perché ho manifestato contro la Tav»

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Caterina Filippi di Forlimpopoli è partita per la Val di Susa «Tanta tensione e uso eccessivo di lacrimogeni»
FORLIMPOPOLI. Anche decine di forlivesi hanno partecipato alla protesta “No tav” andata in scena in Val di Susa domenica. Addirittura un pullman è partito dalla nostra città alle 3 di mattina, per portare chi voleva protestare contro i lavori per costruire il collegamento con la Francia dei treni ad alta velocità. Fra questi anche la forlimpopolese Caterina Filippi che, insieme ad altri tre amici di Forlì, ha scelto di prendere parte alla manifestazione.
«Ci sono andata per due ragioni - racconta la 28enne che sta per aprire un negozio di fotografia “Camerachiara.lab” proprio nella cittadina artusiana -: la prima era aderire alla manifestazione contro la realizzazione della “Tav”, la seconda realizzare alcune fotografie. Sono molto interessata ai reportage. Pensavamo di andare in automobile, poi da un “tam tam” su internet abbiamo scoperto che da Forlì partiva un pullman che si è unito ad altri due provenienti da Bologna e Rimini. Alla fine siamo tornati a casa alle 3 di mattina del giorno dopo». In tutto 24 ore tonde tonde, che hanno permesso al gruppo di romagnoli di prendere parte alla manifestazione di protesta che ha avuto una coda di scontri fra dimostranti e forze dell’ordine, con oltre un centinaio di feriti. «Noi abbiamo partecipato al corteo ufficiale, non a quello che non aveva permessi - ricorda la Filippi - abbiamo sentito parlare Beppe Grillo e ci siamo diretti verso il cantiere della Maddalena, il primo di quelli da cui parte il tratto della linea Tav che si sviluppa in Val di Susa. Uno degli organizzatori, ad un certo punto, ha chiesto a donne e bambini di spostarsi verso Chiomonte. Noi, invece, siamo rimasti lì fino a fine giornata». Il gruppo è rimasto “bloccato” anche dallo svilupparsi dello scontro fra forze dell’ordine e partecipanti al corteo non autorizzato. «Le transenne, che erano presidiate a cento metri di distanza dai poliziotti, sono state tolte dai manifestanti - ricorda la forlimpopolese - che però non hanno tentato di attraversarle. Per due ore e mezzo la polizia ha lanciato lacrimogeni, senza, a mio avviso, che ce ne fosse un reale bisogno». «Quello che mi ha colpito - prosegue nel racconto - è l’uso eccessivo di questi strumenti verso il corteo ufficiale. Abbiamo avvertito tanta tensione. Mi aspettavo una manifestazione pacata e tranquilla. Non abbiamo, però, avuto paura. E’ stato interessante partecipare, anche per capire dalle persone del posto come stanno vivendo questo avvenimento. C’erano partecipanti di tutte le età. Sono molto convinti delle ragioni che portano avanti e combattivi. Ora siamo più consapevoli della situazione che si vive in questa zona d’Italia e più convinti della necessità di aiutarli».Matteo Miserocchi


fonte: http://www.corriereromagna.it

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