CASO ALDROVANDI NOVE A GIUDIZIO, TRA LORO UNA DOCENTE “Diffamarono i poliziotti sul blog” DIFFAMAZIONE a mezzo blog. Questa l’accusa che muove la Procura (due i pubblici ministeri: Patrizia Castaldini e Angela Scorza) ai nove finiti a giudizio dopo frasi, ritenute di stampo diffamatorio, nei confronti dei quattro poliziotti intervenuti il 25 settembre 2005 in via Ippodromo quando morì Federico Aldrovandi (tutti sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi in primo grado per omicidio colposo, il 17 l’appello). Ieri si è aperto il processo nei confronti di 9 di loro. Ma l’udienza davanti al giudice Diego Mattellini (pm onorario Alessandro Rossetti) è stata immediatamente rinviata per problemi legati alle notifiche di alcuni atti. IL CASO. Sotto accusa il blog, già da tempo nel mirino degli inquirenti. I nove stando agli addebiti, avrebbero offeso “ la reputazione” dei poliziotti con parole come “assassini, bugiardi, involucri senz’anima, …”. Tra gli imputati c’è anche una docente universitaria, solamente due hanno meno di 30 anni (gli altri vanno dai 50 ai 70), e quasi tutti non sono ferraresi. Già in passato la Procura chiese che il blog venisse oscurato ma il tribunale della libertà lo negò. Si tornerà in aula il 21 dicembre, nessuna parte civile si è costituita.
Premesso che già vari giudici per querele per diffamazione, sia nei confronti di Patrizia che di Mauro e Giorgio (Blogger, ma soprattutto cittadini rispettosi di quella parola che porta il nome di VITA), ormai non si contano più, già si sono espressi assolvendo, perché il fatto non costituisce reato, ma non mi voglio addentrare in questo che mi auguro e spero possa trovare lo stesso risultato per i processi a venire, vorrei porre una domanda al mondo e alle stesse istituzioni di come dovrei definire le persone coinvolte nell’omicidio e nei depistaggi e condannate al I° grado di giudizio.
Come dovrei definire quel Pontani Enzo, quello della frase “l’abbiamo bastonato di brutto per mezz’ora”?
Come dovrei definire quel Pollastri Luca identificato dal Giudice Caruso come il quarto poliziotto che picchiava con inaudita violenza stando in piedi mentre Federico era bloccato a terra dagli altri 3 e che Anne Marie, coraggiosa e fantastica testimone Camerunese, ne descrive impressionata le gesta mimando con i piedi…, quando sentita in incidente probatorio, affermerà addirittura terrorizzata: “lo tempesta con i piedi”, e Federico aveva due buchi nella testa…
Come dovrei definire le persone intervenute quindi, prima, durante e dopo i reati di quella mattina (non lo dico io o i blogger, lo dicono le sentenze), quando un altro giudice per quanto emerso nel processo madre condannerà addirittura altri poliziotti usando queste parole nel dispositivo della sentenza: “I genitori di Federico Aldrovandi ed il fratello Stefano hanno subito danno dal fatto che pubblici ufficiali abbiano omesso atti del loro ufficio proprio in relazione alle indagini relative alla morte del congiunto, danni quantomeno morali costituiti dal patimento, dalla sofferenza sopportata perché organi dello Stato hanno intralciato le indagini sulla morte del loro parente”. Io aggiungo che tutti hanno subito un danno, lo Stato civile ha subito un danno, la stessa polizia ha subito un danno, gli stessi blogger hanno subito un danno. Tutti i cittadini hanno subito un danno. Ma quanta fatica e non è ancora finita, per avere solo un minimo di giustizia in un quadro che evidenziava fin da subito, quantomeno ai miei occhi di padre… e del Giudice…, le responsabilità di una morte violenta, assurda e ingiustificata, con quelle 54 lesioni, la distruzione dello scroto, quelle urla di basta e aiuto e successivamente appunto 567 pagine (sentenza processo madre) più altre 77 pagine (sentenza processo alla polizia di indagine…), che hanno visto la condanna di 7 persone.
“Certo ci sarebbe voluta la benzina…” (questa frase, si presume pronunciata da un poliziotto in quanto non vi erano altre persone… nel luogo dell’omicidio nelle fasi sue fasi successive, è stata tratta dall’intercettazione ambientale del video girato dalla polizia scientifica quella maledetta mattina. Di questo ne sono (ne siamo) venuti a conoscenza, grazie ad un prezioso lavoro che ha prodotto il documentario di Filippo Vendemmiati http://www.articolo21.org/2857/notizia/e-stato-morto-un-ragazzo-a-doc-in-tour.html
che il mondo ora conosce, visto e apprezzato per la serietà e per la miniziosa ricostruzione della storia, oltre che dai cittadini e dalle stesse istituzioni, anche da uno degli avvocati della parte (diciamo così…) avversa (Avv.to Bordoni).
La critica quando supportata dalle risultanze dei fatti non è reato e mi auguro, ripeto, che la chiave di lettura dei Giudici chiamati a dirimere il contenzioso di queste querele e di eventuali future, continui in tal senso, perché tutto questo deve avere una fine.
Io, Patrizia e la mia famiglia, siamo molto stanchi.
Forse tante persone, fortuna loro, non immaginano nemmeno lontanamente cosa abbia significato per noi, da quel 25 settembre fino ad oggi, vivere ogni notte e ogni alba senza Federico pensando alla paura e al terrore che può aver attraversato la sua mente in quegli attimi infernali e definitivi della sua vita.
E qui mi fermo perché non farei altro che ripercorrere a piene mani 6 inenarrabili anni, sotto tutti i punti di vista e se qualcuno a cui ho posto la domanda di come i personaggi di questa storia possano essere definiti vuole rispondere, stia attento, qualcuno di questi o forse altri, uguali a questi, li potrebbe querelare, per che cosa non lo so….
Tempo al tempo comunque… io di pazienza ora ne ho tanta.
Una carezza al cielo e un abbraccio a tutti i blogger, sempre a noi vicino, in attesa di quello che verrà.
Fino in fondo poi…
Lino