giovedì 3 febbraio 2011

Marijuana: l’eterno nemico

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Dal primo gennaio si sono moltiplicate le notizie di retate dei reparti antidroga delle Forze dell’Ordine: sequestri per migliaia di euro, arresti, processi per direttissima. Addirittura controlli serrati sul servizio postale nazionale. In tutt’Italia stiamo assistendo ad una stretta dello Stato sul parallelo mondo metropolitano della droga: decine di pusher arrestati (la maggior parte di cui stranieri) e decine di cittadini affidati alle cure part-time dei Sert (non senza aver passato qualche notte in gattabuia).
Milano, Padova, Roma, Bologna, Firenze, in tutte le città d’Italia c’è un livello di attenzione maggiore rispetto al solito, ogni giorno devono comparire notizie di sequestri, blitz. Il 20 gennaio scorso il Sottosegretario Giovanardi ha presentato al pubblico la strategia 2010-2013 per la lotta alla droga, incentrando la presentazione soprattutto sui danni derivanti dalla cannabis.
Parlare di droga, nell’Italia di oggi, è relativamente semplice: l’istituzione delle ormai famose tabelle tossicologiche, fortemente volute da Fini e dallo stesso Giovanardi nell’impianto dell’attuale legislatura sulle droghe, ha de facto azzerato le differenze tossicologiche e farmacologiche tra le sostanze inserite in tali tabelle.
Parlare di “sostanza”, termine generico che in un discorso adotta un significato camaleontico, e di “danno” che tale sostanza può fare, nella legislazione piatta vigente, allontana semplicemente il cittadino, ed il consumatore di droga, dal mondo reale. Giovanardi ha presentato, congiuntamente al Piano per la lotta alla droga, un dossier estremamente interessante, con l’obiettivo di dimostrare scientificamente i danni cerebrali che la marijuana provoca, che sarebbero pari a quelli che può provocare l’alcol (ci si continua a chiedere, tuttavia, perchè quest’ultimo sia legale e la cannabis no).
La specificità di talune osservazioni come “la marijuana danneggia il cervello” e “le sostanze inibiscono le sinapsi” fanno parte del meraviglioso circolo del raggiro verbale. Si parla si marijuana dannosa, in generale, e di non meglio precisate “sostanze” quando l’argomento diventa specifico. Ma ha un senso scientifico tutto questo?
Il dossier presentato dal Sottosegretario è parzialmente vero, letto superficialmente, ma ipocrita e fasullo se letto con attenzione: la ricerca si concentra su soggetti under 21 che, datasi l’età (e quindi la fase di sviluppo del cervello non ancora completata) non possono essere considerati universalmente attendibili: è ovvio che un soggetto così giovane, se facesse a meno di canne e Campari, si garantirebbe uno sviluppo più “sicuro”, ma la tossicità che alcol e THC hanno su un adolescente non ha la stessa incidenza di quella che ha su un soggetto adulto.
Nel dossier non si entra mai nello specifico di come la marijuana, ed il suo principio attivo il THC, faccia male al cervello di un adulto. Si parla, nuovamente, di dipendenza dalla marijuana, un discorso che si credeva superato: se il THC, com’è vero, provoca rilassatezza, benessere, distacco dalla realtà, loquacità (agendo sui neurotrasmettitori cerebrali), è dunque normale che l’individuo tenda a ripetere i comportamenti piacevoli. Questo innesca un meccanismo simile a quello della dipendenza psicologica, ma esente da astinenza, tolleranza e craving.
Posta tuttavia una vera intenzione istituzionale di lotta alla droga, i fatti sembrano smentire questa cultura proibizionista, o forse sarebbe meglio dire, a questo punto, negazionista: settimana scorsa è stata depositata un’interrogazione urgente ai ministri di Giustizia e Sanità, firmata da Rita Bernardini e molti parlamentari radicali: quali strategia adotta il governo per sostenere chi si impegna direttamente e quotidianamente contro questo dramma?
La domanda sorge spontanea dopo che il Presidente del centro tossicologico Villa Maraini di Roma, Massimo Barra, ha denunciato una situazione economica disastrosa: “Non abbiamo nemmeno più soldi per il metadone”; questo in una situazione sociale capitolina certamente preoccupante: si stima che siano circa 30mila i tossicodipendenti da eroina e cocaina all’ultimo stadio, e oltre 100mila gli “sniffatori” occasionali.
E poi c’è il mare di anime nel buio, che non si possono contare. Quello che la lotta alla droga di Giovanardi fa è criminalizzare il consumatore di cannabis e dimenticare quello di eroina (sempre più in fase crescente) e cocaina. Gli arresti e il vago controllo sociale servono solo a far sentire la presenza di uno Stato che, nel concreto, non fa nulla salvo commissionare dossier di dubbia attendibilità.
Andrea Spinelli Barrile

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