lunedì 20 settembre 2010

Sigonella ospita il primo Global Hawk delle forze armate Usa di Antonio

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co
   Da oggi volare sulla Sicilia sarà come giocare alla roulette russa. La notte del 16 settembre, nella aeronavale di  è atterrato il primo dei 5 velivoli senza pilota UAV RQ-4B dell’US Air Force previsti nell’isola nell’ambito di un accordo top secret stipulato tra Italia e Stati Uniti nell’aprile del 2008.
Alla vigilia dell’arrivo del micidiale aereo-spia, le autorità preposte alla sicurezza dei voli avevano emesso il NOTAM (NOtice To AirMen) W3788/10 in cui si annunciava che dall’una alle ore quattro di giovedì 16 sarebbero state sospesi gli approcci strumentali e le procedure per l’avvicinamento di aerei ed elicotteri allo scalo di Catania-Fontanarossa, il terzo come volume di traffico passeggeri in Italia, distante meno di dieci chilometri in linea d’area dalla   di .
Una misura necessaria a evitare che il  potesse interferire con il traffico aereo, a riprova della pericolosità di questo nuovo sistema di guerra il cui transito nei corridoi riservati al trasporto civile è fortemente osteggiato dalle due maggiori associazioni piloti degli Stati Uniti d’America, la Air Line Pilots Association (ALPA) e la Aircraft Owners and Pilots Association (AOPA).
Il  è un aereo con elevate capacità nel settore d’intelligence, sorveglianza e ricognizione. La sua apertura alare è di 40 metri, quasi come quella di un 737, ha un peso di oltre 14 tonnellate e può volare fino a 36 ore consecutive a circa 600 chilometri all’ora a quote di oltre 20.000 metri. Prodotto dall’industria statunitense Northrop Grumman, il  è in grado di monitorare un’area di 103,600 chilometri quadrati grazie a un potentissimo radar e all’utilizzo di telecamere a bande infrarosse.
Le immagini registrate vengono poi trasmesse per via satellitare ai comandi terrestri. La sua rotta è fissata da mappe predeterminate, un po’ come accade con i missili da crociera Cruise, ma gli operatori da terra possono tuttavia cambiare le missioni in qualsiasi momento.
Il prototipo giunto a  è stato assegnato al “9th Operations Group/Detachment 4”, il distaccamento dell’US Air Force operativo sin dallo scorso anno per coordinare e gestire le missioni di spionaggio e guerra dello squadrone RQ-4B in Europa, Africa e Medio oriente. Il distaccamento  dipende direttamente dal 9th Reconnaissance Wing del Comando per la guerra aerea con sede a Beale (California), anche centro dell’Agenzia d’intelligence dell’aeronautica statunitense.

Secondo quanto affermato dal portavoce del Comando della  di , l’inizio delle operazioni dell’UAV è previsto per il prossimo mese di novembre. «Il veicolo – si aggiunge - sarà utilizzato in acque internazionali per la sorveglianza delle linee di comunicazione, per il supporto a operazioni umanitarie e, su richiesta dello stato Italiano, per operazioni di soccorso sul territorio nazionale in caso di calamità naturali, pratica dove l’apparecchio è già stato impiegato con successo ad Haiti e negli incendi della California».
Finalità inverosimili, del tutto in contrasto con quelle degli otto  che la NATO assegnerà entro il 2012 ancora a  nell’ambito del nuovo programma di sorveglianza terrestre AGS (Alliance Ground Surveillance). Secondo quanto dichiarato da Ludwig Decamps, capo della Sezione di supporto dei programmi di armamento della Divisione difesa dell’Alleanza Atlantica, i velivoli senza pilota «saranno fondamentali per le missioni alleate nell’area mediterranea ed in Afghanistan, così come per assistere i compiti della coalizione navale contro la pirateria a largo delle coste della Somalia e nel Golfo di Aden».
Operazioni, pertanto, tutt’altro che umanitarie. Il semi-segreto atterraggio del primo  è stato duramente contestato dai rappresentanti della Campagna per la smilitarizzazione di , che già nel 2006 aveva denunciato il piano di rischiaramento in Sicilia dei velivoli-spia. «Quasi tutti i mezzi di comunicazione definiscono “provvidenziale” l’arrivo delle “sentinelle dei cieli”, che con la loro presenza garantirebbero la nostra sicurezza con operazioni di soccorso in caso di calamità naturali», affermano gli attivisti No-war. «Evitiamo la facile ironia sulle motovedette donate al governo libico per “salvare molte vite umane” e poi usate per mitragliare pescherecci e/o barconi di migranti.
Quel che ci preoccupa è la quasi totale assenza di voci critiche, nonostante non manchino le circostanziate denunce relative ai crescenti pericoli della militarizzazione dei nostri territori». La Campagna per la smilitarizzazione di  ricorda che il dislocamento o il passaggio degli UAV dalla siciliana accade perlomeno dal 2001 con l’avvio delle operazioni di guerra in Afghanistan.
«Come confermato dall’allora segretario della difesa Donald Rumsfeld ad UsaToday il 24 maggio 2002, il primo trasferimento del  al teatro afgano avvenne utilizzando proprio  come logistica. Da allora, lo strumento cardine per l’individuazione degli obiettivi e il coordinamento degli attacchi da parte dei mezzi aerei, terrestri e navali ha eseguito missioni di guerra per oltre 24.000 ore in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Impossibile che in tutto questo tempo non ci sia stata una sosta tecnica in Sicilia, non fosse altro per testare le piste e le infrastrutture di quella che sarà una delle due maggiori basi operative dei velivoli dell’Air Force al di fuori del territorio degli Stati Uniti».
Secondo il periodico statunitense Defense News,  è destinata a divenire una vera e propria capitale internazionale dei  prodotti dalla transnazionale Northrop Grumman. Oltre all’US Air Force e alla NATO, anche l’US Navy è intenzionata a installare nella  alcuni degli UAV recentemente acquistati, portando ad una ventina il numero dei velivoli che troverebbe sede fissa nella stazione aeronavale siciliana.
Sempre Defense News rivela che le autorità governative statunitensi e quelle italiane si sarebbero già incontrate in vista della creazione «di corridoi negli spazi aerei italiani per i decolli e gli atterraggi dei ». «Del tutto ignoto è l’esito di queste discussioni», commentano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione, «ma è forte il sospetto che gli enti civili responsabili del traffico aereo, ENAC ed ENAV, siano stati del tutto bypassati, anche se le operazioni degli UAV incideranno pericolosamente sulla sicurezza dello scalo di Catania-Fontanarossa, dove nel 2008 sono transitati oltre sei milioni di passeggeri. L’altissimo rischio rappresentato dai  non sembra aver mai preoccupato il governo italiano. Negli Stati Uniti, invece, è tema di discussione e conflitto tra , autorità federali e statali».
Nel documento The U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned Aerial Vehicle - Strategic Vision, in cui l’aeronautica militare statunitense delinea la “visione strategica” sul futuro utilizzo dei sistemi di guerra, si ammette che «i velivoli senza pilota sono sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili alle minacce rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche».
«Il rischio d’incidente del Predator e del  è d’intensità maggiore di quello dei velivoli con pilota dell’US Air Force», si legge ancora, anche se, «al di sotto dei parametri stabiliti nei documenti di previsione operativa per questi sistemi». Secondo alcuni ricercatori indipendenti, il rischio d’incidente per i , a parità di ore di volo, sarebbe invece 100 volte superiore a quello registrato con i cacciabombardiere F-16.
L’US Air Force ha intanto ordinato lo schieramento di altri tre velivoli  nello scalo aereo di Guam, un’isola dell’arcipelago delle Marianne (Oceano Pacifico), di proprietà degli Stati Uniti d’America. Il loro compito prioritario sarà quello di spiare Cina e Corea del Nord.

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...