Era già stato dimostrato in vitro un effetto antitumorale dei cannabinoidi nel tumore mammario. Adesso studiosi dell’Università Complutense di Madrid hanno approntato su animali un nuovo modello sperimentale di questo tumore, più simile a quello umano. Su tale modello è stato sperimentato l’effetto del THC, il maggior componente attivo della Cannabis, e di un derivato in grado di agire sui recettori cellulari per i cannabinoidi detti CB2, che sono privi di effetto psicoattivo. I cannabinoidi hanno dimostrato di inibire la proliferazione delle cellule tumorali, di provocarne l’apoptosi (il “suicidio” cellulare), e di contrastare la proliferazione dei vasi sanguigni che irrorano il tumore. Vi è stata anche una riduzione delle metastasi (il THC ha ridotto il numero di metastasi al polmone, l’altro composto ne ha ridotto le dimensioni). Per la prima volta, inoltre, si è dimostrato che i cannabinoidi non solo agiscono sullo sviluppo del tumore, ma anche sulla loro genesi, “in linea con l’idea generale che è [il sistema endocannabinoide] contribuisce a mantenere l’omeostasi [cioè l’equilibrio interno] in salute e in malattia” .
Gli Autori concludono che “questi risultati forniscono un’evidenza preclinica forte per l’uso di terapie basate sui cannabinoidi per il trattamento del tumore mammario ErB2-positivo”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Cancer.
* Medico chirurgo e presidente dell'Associazione Cannabis Terapeutica (pagina Facebook: Associazione Cannabis Terapeutica)
fonte : http://www.aduc.it/
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