sabato 21 agosto 2010

BERLUSCONI ED I SUOI HANNO PAURA, DIAMOGLI ADDOSSO.

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Si Berlusconi ha paura delle urne, non ci vuol troppo a capire che il messaggio che la maggioranza ha dato ieri al paese è quello del fallimento e della paura. Di fatto Berlusconi esce da questa pre crisi con un pugno di mosche e con qualche bozza in testa. Bossi minaccia le doppiette ed invoca le urne ma la sensazione che traspare è che lo faccia per se e non per il governo, preparandosi comunque a gestire la difficoltà che la crisi economica apre al suo blocco sociale. Fini ed i suoi si ritrovano così al centro della politica italiana, voteranno la fiducia al premier, e contratteranno con i poteri forti la strategia da assumere indebolendo sempre più l'esecutivo. L'UDC invoca il patto di responsabilità, e sciaguratamente il centro sinistra continua ad intortarsi con il governo di transizione invece di organizzare la piazza per chiedere l'immediata cacciata del premier. La grande assente di tutto questo can can è la crisi economica, e la situazione drammatica in cui versa il paese. Dai campi alle officine il livello di disperazione è sempre più elevato, e le nubi all'orizzonte annunciano altra tempesta. Dobbiamo mettere al centro della discussione politica il tema del lavoro e della crisi per inchiodare Berlusconi e Bossi al proprio fallimento senza paura, senza cedere alle sirene della responsabilità nazionale o perdere troppo tempo a discutere di una improbabile modifica della legge elettorale. Ma dov'è la responsabilità nazionale quando una delle componenti maggiori di Confindustria come la Fiat non trova di meglio da fare che ricorrere contro la sentenza del tribunale per il reintegro dei tre operai di Melfi. Dov'è questa responsabilità nazionale? nell'ennesima morte di un operaio in nero morto sotto un muletto in una delle tante fabbriche dello sfruttamento? Ci chiediamo per chi debba essere giocata questa responsabilità nazionale, per riempire le tasche ad una borghesia italiana parassitaria ed eversiva? Oggi essere contro Berlusconi è necessario ma non basta, perchè Berlusconi è complice di un processo di devastazione sociale del paese ma non l'unico imputato. Anche le politiche di Confindustria e della commissione europea vanno sconfitte. Per molti è facile schierarsi contro il cavaliere mentre è ben più difficile schierarsi contro Marchionne, la Marcegaglia, la Banca Centrale Europea. Non esiste soltanto il governo italiano che opera nel nostro paese ma anche il "governo dei governi" europeo che impone con il cappio del patto di stabilità politiche di austerity determinando un'Europa a due velocità che vede l'Italia (e l'Italia del sud) nelle ultime posizioni. Dobbiamo costruire al più presto una la mobiiltazione che abbia come punto centrale il legame tra la protesta sociale contro la crisi prodotta dalle politiche liberiste e la cacciata del governo Berlusconi. E' arrivato il momento di dargli addosso la resistenza è finita passiamo all'offensiva.


FONTE : http://www.controlacrisi.org/

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