giovedì 29 luglio 2010

Intercettazioni, modifiche o ritiro? Oggi il verdetto dell’aula

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Il bavaglio all’esame della Camera: succede oggi, probabilmente già in mattinata. Lo prevede l’ordine del giorno della Camera. Subito dopo il voto definitivo alla Manovra Finanziaria si discuterà del ddl Intercettazioni. Sì, quel testo che era uscito dal CdM che “era un cavallo e adesso è un ippopotamo”, ha detto ieri Berlusconi. Forse B. è pronto al ritiro. Tanto vale lasciare tutto così come è. Ieri, il presidente del Consiglio, si è beccato anche lo scherno dei due ribelli finiani, Briguglio e Granata: “proprio adesso che eravamo pronti a votarlo… le modifiche apportate erano doverose”, hanno detto in coro.
E il comma ammazza-blog? La mobilitazione ha avuto i suoi frutti. Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia alla Camera, una dei destinatatari della lettera-appello di La Valigia Blu, ha risposto che lei e “il governo” (chi?) sono pronti a modificare quella norma. Modificare, non stralciare. Anche l’UDc si è riallineata alle posizioni dei finiani dopo la ‘sparata’ di ieri del deputato Ciccanti:
Non si può creare nel web una zona franca reale. Se io e lei diffamiamo qualcuno a mezzo blog, scrivendo frasi invereconde, non possiamo farla liscia solo per il fatto di essere blog. Il giornale registrato ha un platea magari di alcune migliaia di lettori. Chi scrive sul web ha una platea planetaria. E’ una barbarie giuridica in uno stato di diritto questa zona franca (Giornalettismo.com).
E dire che l’on. Ciccanti si autodefinisce “internauta”. A suo dire, l’aver detto queste parole, avrebbe fatto cambiare idea a parecchi suoi colleghi: “sarebbe come una strada senza segnalatica… è vietato farne un uso arbitrario”. Invece pare che la sua posizione sia alquanto isolata nell’emiciclo. La posizione del suo collega dell’UDC, Roberto Rao, è diametralmente opposta, tanto che verrebbe da domandarsi quale sia la linea politica dell’UDc su questo tema. E se finisse come con il ddl Omofobia? Ricordate, c’era una maggioranza pronta a votare il testo che inaspriva le pene contro i reati omofobi che comprendeva anche l’UDC. Poi in aula arrivò Casini e il ddl venne affossato in cinque minuti. Casini ordinò il dietrofront ai suoi. Un triste presagio. Comunque Rao afferma che il suo partito è pronto a presentare un emendamento che, se non provvede alla cancellazione del comma 29, almeno sarebbe volto a “gradare” la posizione dei bloggers rispetto a quella dei giornalisti:
Mi sembra assolutamente necessaria la distinzione tra testate on line con struttura organizzativa, che sono di fatto un giornale o una parte della testata, che hanno obblighi ed autorevolezza, e i blog. Hanno una autorevolezza diversa. I giornali devono avere uno stringente regolamento, ad esempio, per quanto riguarda le rettifiche. Le loro notizie hanno una valenza diversa da quelle dei blog [...] Noi stiamo studiando, abbiamo affidato ai nostri tecnici la questione. Si potrebbe “gradare”. Ma ci sarebbe il rischio comunque di limitare la libertà di informazione. Stiamo studiando una formula affinchè non comporti il rischio di censure (IxR, pagina Fb).
Rao afferma che nell’UDc ci sono ‘sensibilità diverse e che la sua è la posizione di Casini, come espressa anche sul sito del partito. E sul sito è infatti citata l’agenzia di stampa che riporta le dichiarazioni di Rao sul parere della Commissione Trasporti alla Camera che ieri ha fornito il suo parere contrario alla norma ammazza-blog:


ALLEGATO 1
La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni), esaminato, per le parti di propria competenza, il nuovo testo del disegno di legge recante: «Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali» (C. 1415-B Governo e abb., approvato dalla Camera e modificato dal Senato), premesso che:
il testo approvato dal Senato reca modifiche al comma 29 dell’articolo 1, in base alle quali si precisa che i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica sono compresi nell’ambito dei siti informatici ai quali è esteso l’obbligo di rettifica delle  informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti, mediante la pubblicazione, entro quarantotto ore dalla richiesta, delle dichiarazioni o rettifiche con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono;
la formulazione del testo, come modificato dal Senato, non esclude il rischio, già evidenziato nel parere espresso dalla Commissione sul disegno di legge in prima lettura presso la Camera dei deputati, che l’obbligo di rettifica ricada, per la generalità dei siti informatici, piuttosto che sugli autori dei contenuti diffamatori, sui gestori di piattaforme che ospitano contenuti realizzati da terzi, i quali, in considerazione del volume dei contenuti ospitati dalla piattaforma, non sarebbero in grado di far fronte a tale obbligo;
occorre invece ribadire l’esigenza che l’obbligo di rettifica, di cui all’articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, come modificato dal comma 29 dell’articolo 1 del disegno di legge in esame, sia riferito esclusivamente ai giornali e periodici diffusi per via telematica e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 5 della citata legge n. 47 del 1948;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con la seguente condizione:
alla lettera 
a) del comma 29 dell’articolo 1, capoverso, sostituire le parole: «, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica» con le seguenti: «che recano giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 5»;conseguentemente,
alla lettera 
d) del medesimo comma, capoverso, sostituire le parole: «, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica», ovunque ricorrano, con le seguenti: «che recano giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 5»;
alla lettera 
e) del medesimo comma, capoverso, sostituire le parole: «, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica» con le seguenti: «riconducibili a giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e soggetti all’obbligo di registrazione di cui all’articolo 5».
Pare quindi che si proceda verso una modifica dell’ammazza-blog. Le proteste sono servite? Lo sapremo presto.

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