martedì 27 luglio 2010

Castelli(Lega) offende Saviano: smetti, non sei credibile, hai fatto soldi. E la mafia se la ride

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di Sandro Carli 
MILANO - "Saviano la smetta, perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili". Ancora:  “Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età.” Parole pesanti contro uno come Roberto Saviano, il quale ogni giorno rischia la vita, vive sotto scorta,   continue sono le minacce nei suoi confronti. Tanto che, parlando della sua vita dopo “Gomorra” dice “volevo solo diventare uno scrittore”. 
Gomorra- afferma- “è un libro che non rinnego. Lo riscriverei, ma sarei falso se dicessi che lo amo. Perchè mi ha tolto tutto: io volevo solo diventare uno scrittore. A centomila copie ero felicissimo, mi pubblicano importanti case editrici straniere e mia madre dice che in quei giorni sembrava che volassi, ma io non mi ricordo niente. Volevo comprare con mio fratello una moto, lo sognavamo da tempo. Poi arrivano la scorta, le minacce. Io volevo essere quello di prima. Mi è scoppiato tutto in mano". L’attacco all’autore di Gomorra non viene, come si potrebbe ipotizzare da qualche mafioso, camorrista, dalla criminalità organizzata. Un attacco e un avvertimento, tipici, appunto dei mafiosi. No, quelle parole sono state pronunciate da un viceministro, il leghista Castelli che è stato anche ministro della Giustizia. Cosa aveva detto di tanto grave Roberto Saviano? In una intervista a Vanity Fair aveva chiesto dove era la Lega quando la ‘ndrangheta si infiltrava in Lombardia. Apriti cielo,chiuditi terra. L’ira di Castelli esplodeva. Dice un vecchio proverbio toscano che “chi si risente è parente”., Chi grida, offende, minaccia, significa che ha ben pochi argomenti, poche frecce nel suo arco. Che la Lega in questi ultimi dieci anni, ricordava Saviano, abbia governato in Lombardia è un dato inoppugnabile. Che la Lega accecata dal razzismo abbia sempre adebitato al Sud la delinquenza, la criminalità è altrettanto inoppugnabile. Le recenti inchieste, gli arresti che si susseguono in continuazione nelle città della Lombardia, a Milano, giri di droga, coca a volontà nei locali dei vip e potremo fare una lunga lista. Sono la prova provata che le domande di Saviano sono pienamente legittime. Hanno colto nel segno. Ma Saviano -dice Castelli - Non conosce la storia della lotta della Lega contro la criminalità. E ricorda una “storica“ lotta portata avanti a Lecco. Poi non avendo da dire molto di altro l’invettiva, l’offesa, l’accusa . Non c’è dubbio che la mafia oggi se la rida e che Saviano sia ancora più in pericolo.

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