martedì 22 giugno 2010

"Lorsignori Il congiurato"

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Staino

Pomigliano  Oggi il referendum

che spacca tutto
Se la polemica
si fa surreale:
meglio nativi
o compagni?

Dibattito nel Pd Parla
l’attore Fabrizio Gifuni
La fabbrica campana al voto. E il sì
potrebbe non bastare alla Fiat                                    
Staino
ÈunPdl a duefacce quello che tenta di governare
le contraddizioni della maggioranza.
Che alterna gli sfoghi di Berlusconi contro
Fini ai tentativi più spinti di ricucitura. Tentativi
che per i più ottimisti, per la verità davvero pochi,
contemplerebbero l’ipotesi di un incontro tra premier
e presidente della Camera non troppo in là
nel tempo, visto che alla pausa estiva mancaancora
qualche settimana. E così anche per il premier,
nel pendolo degli stati d’animo che spesso accompagna
l’agire politico dei leader, una certa italica
indole democristiana comincia a farsi largo tra
una sfuriata e l’altra.Eil Pdl dilaniato a tratti riscopre
quel fare democristiano che tutto aggiusta.
Un metodo del quale in maggioranza il principale
depositario è Gianni Letta (dai falchi nordisti non
proprio amato) e che passa anche per scelte di
uomini che a quel mondo fanno riferimento.
Ne è un segnale, per esempio, la nomina di
una personalità come l’ambasciatore Ludovico
Ortona che in molti ricordano sempre al fianco
dell’allora Presidente della Repubblica Cossiga(
lo chiamò al Quirinale come capo del servizio
stampa), alla guida di una società dei beni culturali
come l’Arcus, finita nelle cronache di questi
giorni su Propaganda fide. Così come al mondo
centrista è ascrivibile il personaggio che ieri le
voci di palazzo davano in pole position per la successione
a Claudio Scajola alla guida dello sviluppo
economico, l’ex vicepresidente Microsoft Umberto
Paolucci, considerato vicino proprio a Letta.
Nomi e metodi, per cercare di coesistere e di
trovare un’intesa che porti anche alla nomina di
un nuovo vicecapogruppo del Pdl in quota finiana
a Montecitorio, al posto del dimissionato Bocchino.
In un clima che la fissazione del ddl intercettazioni
in calendario dopo la manovra (come
chiede Napolitano) ma prima della pausa estiva
(come vuole il Cavaliere), renderebbe diverso. E
persino l’allarme di Fini sul rischio secessionismo
potrebbenondispiacere a tutto il Pdl berlusconiano
(avendo la manovra reso meno popolare la
parte tremontiana) che, preoccupato per le cose
dette dai lumbard a Pontida, non può ignorare
quel che accade in questi giorni di crisi economica
nel Belgio diviso tra Valloni e Fiamminghi. Il
pendolo del Pdl oscilla, difficile dire dove si fermerà
alla fine.v
Il Pdl dilaniato cerca pace negli antichi rituali della Dc
Inversi

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