Ecco il documento:
Il Consiglio del Municipio 15 di Roma:
- testimonia solidarietà nei confronti del popolo palestinese e chiede che le Istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali assumano tutte le iniziative possibili per promuovere il processo di pace in Medio Oriente per la cessazione del blocco di Gaza;
- condanna l’ingiustificato e illegale arrembaggio che viola la convenzione internazionale sui diritti del mare;
- condanna l’atto di pirateria dell’esercito di Israele in acque internazionali su navi battenti bandiera turca.
Chiede altresì al Governo italiano di farsi promotore nelle assise internazionali, di una vibrata protesta e condanna nei confronti del governo Israeliano, arrivando fino al boicottaggio dei prodotti di quel paese e al nostro ritiro delle sedi diplomatiche.Alfredo Toppi (Sinistra Arcobaleno) Alessio Conti (Lista Civica Rutelli) Gaetano Cellammare (Partito Democratico) Ed ecco le reazioni:
Leggendo il testo del documento e il contenuto delle reazioni si evidenzia a occhio l'isteria e la manipolazione delle parole da parte della lobby filo-israeliana. In nessuna parte del documento infatti di parla di "boicottaggio dei negozi di commercianti ebrei" nè di "boicottaggio di prodotti alimentari israeliani" ma di boicottaggio dei prodotti e di ritiro dalle sedi diplomatiche. Questa manipolazione è una tattica consolidata negli anni che fino a ieri ha funzionato, ma che comincia a non funzionare più di fronte ai massacri compiuti da Israele prima a Gaza tra dicembre 2008 e gennaio 2009 epoi contro la FreedomFlotilla a maggio di quest'anno. La società civile, davanti all'inerzia e alla complicità verso i crimini di guerra israeliani da parte dei governi e delle istituzioni - come quelle italiane - adotta ormai da sola e in tutto il mondo le sanzioni verso Israele attraverso il boicottaggio, il disinvestimento, le sanzioni (BDS).
"Il boicottaggio di Israele proposto dal Presidente del XV Municipio in risposta agli scontri sulla nave dei "pacifinti" è un atto di sostanziale discriminazione. In primo luogo perché anacronistico rispetto ad una cronaca dei fatti che descrive tutt'altro che una nave di pacifisti. Successivamente perché un gesto di tale portata, in un quartiere ad altissima presenza ebraica, rischia di dar vita ad un'emarginazione di molti commercianti ebrei che come spesso accade vengono identificati con Israele. Un Presidente di Municipio che non riesce neanche ad immaginare quali conseguenze possano avere posizioni di questo genere è meglio che se ne vada a zappare la terra, sempre che ne sia capace". A dichiararlo è Vito Kahlun responsabile delle politiche giovanili del PRI. "Naturalmente siamo pronti a qualsiasi forma di opposizione e protesta. In questa vergognosa situazione chiediamo al Partito Democratico un gesto di responsabilità politica che si manifesti nella richiesta delle dimissioni del suo Presidente", aggiunge Kahlun. "Andando avanti di questo passo si finirà per chiedere ai negozianti che vendono prodotti Israeliani di esporre una bandiera, o una scritta, fuori dalla porta. Questo purtroppo - conclude Kahlun - ci ricorda un tragico passato non troppo lontano".------------------------------------------------
«Sono pronto a votare a favore della mozione presentata dalla maggioranza se verranno stralciati tutti i riferimenti a qualsiasi forma di boicottaggio commerciale e dei rapporti diplomatici con Israele, ciò che è certo è che troverà il mio favore ogni condanna al mancato rispetto da parte di Israele delle numerose risoluzioni votate dalle Nazioni Unite e sugli atti di violenza arbitraria perpetrati dalle forze militari israeliane, così come fatto in passato per gli attentati kamikaze di parte palestinese». Così in una nota Augusto Santori, consigliere del Pdl del Municipio XV. «Pur non essendo argomento sulla quale a mio avviso discutere in un consiglio municipale, se si vuole ragionare su una Roma mediterranea - conclude Santori - sarà necessario avviare anche all'interno del Pdl una riflessione su come impostare i rapporti con il mondo arabo, provvedendo a un perentorio riconoscimento delle prerogative palestinesi ed evitando prese di posizione che, attraverso logiche di opposti schieramenti, non fanno che ridurre complesse strategie geopolitiche a una mera posizione ideologica».
--------------------------------
«La mozione contro Israele presentata al XV Municipio da alcuni consiglieri di maggioranza non aiuta le ragioni di chi ricerca nel Medio Oriente un difficile ma necessario processo di pace. È senza dubbio legittimo criticare alcune azioni del Governo di Israele ma chiedere come scritto nella mozione il boicottaggio e la rottura delle relazioni diplomatiche con lo Stato Ebraico rischia di banalizzare il conflitto mediorientale a sostegno di chi in realtà non riconosce la legittimità dell'esistenza di Israele. In Medio Oriente non c'è un torto e una ragione ma due diritti che vanno affermati: quello alla sicurezza e all'esistenza di Israele e quello di una patria per i palestinesi. Due popoli due stati due democrazie è il principio che deve guidare le forze della pace e del centrosinistra anche nella nostracittàche soprattutto durante la giunta Veltroni ha saputo dare un contributo importante al dialogo e alla pace in Medio Oriente. Spero vivamente che la mozione improvvidamente presentata da alcuni consiglieri di centrosinistra venga ritirata e sono certo che il Presidente del Municipio Paris non c'entri nulla con un atto che non aiuta la pace». Lo dichiara in una nota Giampiero Cioffredi, membro della direzione del Pd Roma.
-----------------------------------
«Ritengo fuori luogo la mozione presentata nel XV Municipio a firma di Alfredo Toppi di Sinistra Arcobaleno, di Alessio Conti della Lista Civica Rutelli, di Gaetano Cellammare del Partito Democratico e di Valentino Stassi dell'IDV. È inammissibile la richiesta di boicottaggio dei prodotti alimentari israeliani ma soprattutto l'interrogazione su un possibile ritiro delle nostre sedi diplomatiche perché questo non aiuterebbe il processo di pace in Medio Oriente. Credo che il XV Municipio dovrebbe interessarsi ai problemi legati al proprio territorio e affrontare temi con la mobilità, la sicurezza e l'inclusione sociale e non occuparsi di questioni internazionali». Queste le parole, in una nota, di Giordano Tredicine vice capogruppo del Pdl del Comune di Roma.«In questo momento delicato di politica internazionale e visti i rapporti di tensione tra Israele e la Palestina, la città di Roma dovrebbe promuovere iniziative pacifiche di aggregazione e non una mozione che sembra un vero e proprio embargo», conclude Tredicine.
Soddisfatto il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: «Ringrazio il presidente Paris che ha avuto la sensibilità di comprendere che l'ordine del giorno era sproporzionato di fronte alla gravità degli eventi, che hanno visto gli stessi firmatari del testo molto distratti, quando nazioni come l'Iran hanno compiuto massacri senza la loro mobilitazione. Voglio ringraziare inoltre - ha detto Pacifici - i cittadini del XV e l'opposizione per l'impegno dimostrato». Il documento originale, comunque, aveva scatenato un polverone. Per le strade della Capitale era salita la protesta. Piergiorgio Benvenuti, il primo a denunciare il gesto dei consiglieri, ha organizzato una raccolta firme al Circolo Pdl Marconi per chiedere il ritiro della mozione anti-Israele. L'adesione è stata in massa: «In meno di due ore - ha detto Benvenuti - abbiamo raccolto quasi 800 firme. Tra i commercianti del XV c'è stata tanta rabbia».
0 commenti:
Posta un commento