mercoledì 10 agosto 2011

Vasco: "Io idiota geniale Facebook è il mio bar"

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Il rocker racconta la depressione, la paura per la salute ma anche la grande voglia di fare. A fine agosto il singolo, il film e poi un evento. "Basta frasi buoniste, non starò mai più zitto"
Vasco: "Io idiota geniale Facebook è il mio bar"
di ERNESTO ASSANTE
"STO BENE, sto bene, è passata anche se è stata un po' pesante", Vasco Rossi è tornato. E anche se non è proprio in forma smagliante, visto che è a casa convalescente e ancora prende antidolorifici alla mattina e alla sera, ha una enorme dose di energia e la voglia di fare un sacco di cose. Ieri su Facebook ha annunciato l'uscita per fine mese di un nuovo singolo, I soliti. Ma anche la presentazione al Festival di Venezia del docufilm su di lui, Questa storia qua, la messa in onda domani sera su RaiUno alle 23.30 di L'Ape Regina, una video poesia scritta dal figlio Luca e recitata da lui. E poi una nuova canzone per Fiorella Mannoia, La luna, uno spettacolo di danza, L'altra metà del cielo, con tredici sue canzoni, che andrà in scena alla Scala di Milano il 31 marzo del prossimo anno. A giugno, poi, un concerto straordinario "che segnerà l'inizio di una nuova era". E poi ogni giorno, su Facebook comunica con i suoi fan. Scrive messaggi, commenta gli articoli dei giornali che lo riguardano, mette dei brevi video nei quali fa ascoltare musica, si diverte a mettere in scena se stesso e il suo personaggio. Eppure ha passato un periodo, culminato con il ricovero di una settimana in una clinica di Bologna, che non è stato facile. "No, non è stato facile", dice "È stata una storia un po' pesante, un dolore incredibile per dieci, quindici giorni... non passava mai. Dovevo porre rimedio e così ho fatto".
Insomma, a 59 anni, nonostante i suoi fan pensano che lei sia un supereroe, ha dovuto fermarsi per un po'.
"Non ho mai frequentato un ospedale, ci sta che io ci vada almeno una volta. Mi sono ricoverato, ho fatto tutti gli esami possibili, mi hanno rivoltato come un calzino. La prima preoccupazione era che si trattasse di un tumore, ma dopo tutti gli esami lo hanno finalmente escluso. Il problema è che ancora non si sa di che si tratta, ho una massa che sta da qualche tempo sopra la spalla e il collo, spinge contro le ossa e questo, con lo sforzo dei concerti mi ha fatto rompere una costola e scheggiarne un'altra. Insomma, non abbiamo ancora una diagnosi definitiva, devo ancora fare una tac e poi vedrò uno specialista delle ossa. Io, che sono un medico della domenica, credo sia colpa del cortisone che ho preso durante i concerti, rende fragili le ossa. E poi la massa, non è tumorale, non è un infezione, dovrei forse fare un intervento per pulire tutto, ma spero che non succeda e che si risolva tutto con i farmaci che sto prendendo. Ho ancora un po' di dolore ma sto bene, sono felice come una Pasqua".

E in piena felicità pubblica una nuova canzone a pochi mesi dall'uscita del suo ultimo disco. 
"I tempi sono cambiati, non si può più pensare di fare un album ogni tot anni, è meglio fare canzoni all'improvviso, metterle fuori quando mi sembra che sia giusto e farle ascoltare alla gente. Adesso fare uscite I soliti, è davvero bello. È una canzone attuale, conclude e continua il discorso di Siamo solo noi. È nel documentario Questa storia qua, che verrà presentato a Venezia. Ci voleva una canzone che chiudesse, avevo questa qui che era perfetta. E adesso la faccio uscire".

Ok, Facebook, le interviste, i video, il nuovo singolo. C'è un piano dietro a tutto questo?
"Eh no, a me piacciono le cose fatte così, non mi frega di fare strategia, non ne ho bisogno. Voglio solo cambiare il modo di fare. Quando dico che mi dimetto da rockstar dico che sono arrivato al culmine, ho fatto tutto, adesso basta, io ho fatto la mia parte, concludo allegramente. E faccio altro. Ma continuo a fare musica e a scrivere canzoni".

Quindi non si ritira?
"Io non ho mai detto che mi ritiro, l'avete fatta voi confusione. Io sono un provocatore, sono sempre il solito, in Italia l'ironia è una merce rara, uso un modo di parlare così, magari esagerato, ma lo è talmente che non si può non capire che sto scherzando non mi si può prendere sul serio. Io dico che ho avuto un momento di tristezza nel 2001, era morto prima Massimo Riva, il mio chitarrista, poi un mio carissimo amico d'infanzia, mi sentivo un sopravvissuto, niente mi sembrava più importante, e ho preso pastiglie antidepressive, blande, dosi minime, un calmante e delle vitamine, un momento che ho superato. E i giornali scrivono che sono depresso, sono finito, sono malato. Tutti pronti a rompere le palle a me e a dare un'immagine diversa da quella vera. Beh adesso c'è Facebook e io dico quello che voglio e quando voglio".

È diventato il tormentone dell'estate.
"Mi sento imbarazzato, non sono ancora diventato come la Parietti. No, io sono il rocker di mezzanotte che arriva quando non te l'aspetti, con la giacca di pelle e gli stivali ed è sempre fuori luogo. La verità è che mi sono stancato di rispondere con le solite frasi buoniste, non voglio restare in questo ipocrita sistema italiano in cui nessuno dice quello che pensa. Mi sono rotto, d'ora in poi non sto zitto".

E se la prende con Ligabue...
"Ma no, non voglio offendere. Non c'è competizione...".

Quando ha scoperto Facebook?
"Un paio di anni fa, parlando con dei ragazzi. Io su Internet guardavo solo la mail, un po' di YouTube, e pensavo che Facebook fosse una cagata. Poi ho iniziato a vederlo, ho aperto anch' io una pagina a mio nome, come ce ne sono tante, dicevo che ero mio fratello minore ed ero autorizzato a parlare. Ho iniziato a dialogare con gli altri, è un divertentissimo modo di dialogare, è come andare al bar ma è molto più profondo, sei più sincero, e ho conosciuto degli amici veri. Poi ho visto che nella mia pagina ufficiale c'erano 800.000 persone e ho iniziato a scrivere li. Adesso ci sono due milioni e trecentomila persone, una potenza di comunicazione immensa, ho ritrovato la mia Punto Radio di quando ho cominciato e tutti i giorni parlo. Mi scaravento su Internet. Mi diverte moltissimo, non capisco perché ci sia tutta questa demonizzazione, tutti che mi dicono che esagero, che non dovrei farlo. Invece io mi diverto, è come la radio, si parla con tutti".

Ma qualcuno non capisce perché lo fa.
"Mi danno del matto, dicono che è un segno del mio malessere. Ma quale malessere! Io sto benissimo. Sono a casa, mi devo rompere le palle con la convalescenza, sono ancora debole, ma tornerò più forte di prima, e ho un sacco di idee nuove che rimarrete stupiti. Io sono un idiot savant, molto più idiot che savant, ma mi vengono delle geniate che io rimango stupefatto, forse è il colpo di coda finale dell'artista. Ma intanto il declino non c'è, non è neanche cominciato".

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