martedì 14 giugno 2011

Poloinformativo hiv aids - Lettera aperta di NPS Emila Romagnaal Sen. Carlo Giovanardi

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Lettera aperta di NPS Emila Romagnaal Sen. Carlo Giovanardi 
Data: Venerdì, 10 giugno @ 08:30:58 CEST
Argomento: Redazione

logoLettera aperta di NPS Emila Romagna Onlus al Sottosegretario Sen. Carlo Giovanardi in merito ad una sua intervista su radio 24 il 06.06.2011 alle ore 18,45.


Lettera aperta
al Sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio dei ministri Sen. Carlo Giovanardi
delega alle politiche per la famiglia, Contrasto delle tossicodipendenze, Servizio civile.
Illustre  Sig. Giovanardi

 Siamo un gruppo di “Persone Sieropositive” al virus HIV AIDS, casualmente abbiamo ascoltato una intervista a lei rivolta il 06.06.2011 ore 1845 su radio 24 (vedere  su  you tube la registrazione).
La domanda che il  giornalista le rivolge parte dalla protesta delle  Associazioni  di volontariato e dei pazienti Sieropositivi che contestano la sua intenzione di cancellare la “politica di riduzione del danno” e le chiedono cosa fa il nostro paese in materia di HIV-AIDS.

Lei afferma che il nostro paese è all’avanguardia con le sue politiche di riduzione del rischio e con l’educazione volta ad evitare i rischi; mescolando due livelli: il contagio causato da pratiche legate all’uso di sostanze per via iniettiva e la trasmissione causata da pratiche sessuali non protette.

 Lei  PERSEVERA  in un errore enorme, quello di abbinare l’HIV-AIDS alla tossicodipendenza quando invece tutti i dati epidemiologici che gli esperti mondiali sull’AIDS, nonché le statistiche da lei divulgate e gli stessi dati COA (ISS) affermano che: non ci sono CATEGORIE A RISCHIO,
ma che ESISTONO  e vengono messi in attoCOMPORTAMENTI  a RISCHIO.


Se vuole comunque parlare di categorie, deve allargare la categoria a TUTTA la POPOLAZIONE SESSUALMENTE ATTIVA.

Quando vuole parlare di tossicodipendenza dovrebbe parlare di ‘Politiche di Riduzione del Danno’ e non “di riduzione del rischio”.
Se vuole parlare di HIV-AIDS deve parlare diPREVENZIONE, di EDUCAZIONE SESSUALE e di PRESERVATIVO e
Sostegno Multidisciplinare  alle persone e  alle popolazioni colpite, e ai progetti loro rivolti.
Ma deve deciderlo prima di cosa vuole parlare invece di fare un mix che alimenta solo confusione.

Sempre nell’intervista parla di recupero dei malati…..ma quale recupero?
Non si recupera un malato di AIDS o un SIEROPOSITIVO, è un malato cronico quindi semmai lo si cura, con le terapie Antiretrovirali “HAART”.
Ma Non si Guarisce.

Inoltre la maggioranza delle persone sieropositive ogginon ha mai fatto uso di droghe per via iniettiva…da cosa intende recuperarle?
Il concetto del recupero riguarda LA DIPENDENZA DA SOSTANZE (MALATTIA CRONICA RECIDIVANTE) e i malati in questo caso NON necessariamente hanno l’ AIDS o sono sieropositivi.

Nonostante lei cerchi di abbinare le due cose confondendo anche i termini, si ricordi che l’HIV-AIDS e le MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI riguardano TUTTI e anche se lei e il suo governo fingete di occuparvene con tante parole che non significano niente, i nuovi contagi da HIV ed MST  stanno aumentando in tutta la popolazione, non certo per colpa di qualche untore tossicodipendente in minigonna, ma per il continuo menefreghismo  e l’assordante silenzio dei governanti che, come lei, sanno solo parlare a sproposito.

Il valore insito nell’Advocacy propria del nostro operato, ci porta a evidenziare la necessità di dare voce ai pazienti; al posto di “raccontarla” ai mass-media, date più spazio e voce ai pazienti-malati cronici e negli ambiti adeguati come la Consulta Nazionale delle Associazioni del Volontariato e le Commissioni AIDS Regionali!
Ascoltate, invece di sentire solo la vostra di voce!

·       Ha idea della carenza di strutture adeguate a ricovero residenziale  per malati di AIDS? O per coloro che necessitino di un periodo di ricovero per riprendersi fisicamente o psicologicamente, facilitando l’adesione alle terapie o equilibrando la nutrizione?
·       Sa che generalmente prima di riuscire ad entrare in una struttura i malati vengono trasferiti e sballottati da un reparto ospedaliero all’altro, divenendoPazienti di nessuno al punto di finire l’esistenza senza umanità?
·       Ha idea dei tagli di risorse che per i Day Hospital sono diventati intollerabili?
·       Ha mai parlato con un infettivologo, dermatologo, ginecologo del tema MTS, HIV, AIDS  o direttamente con una donna o uomo sieropositivo?
·       Sa delle difficoltà del convivere con l’HIV? degli effetti collaterali dei farmaci? dell’isolamento sociale, affettivo, relazionale? della  paura? della  perdita dei progetti per il futuro? della mancanza di lavoro per le categorie protette? dell’invalidità civile che riconosce un ridicolo assegno?
·       Ha idea di come viene effettuato il counselling pre-post test? che i referti HIV positivi vengono dati  a mano  in busta chiusa e letti da soli?
·       Ha idea che ci sono ancora suicidi da test HIV positivo o solo per la paura di diventarlo?

La lista non finisce qui, ma queste realtà dovrebbe conoscerle bene prima di sbandierare l’avanguardia del nostro paese in materia di HIV e AIDS.


In ultimo il suo tentativo di sfuggire alla domanda sul preservativo è stato davvero il “must” dell’intervista.
Dire che non si può fare Sesso con un Sieropositivo o con un malato di AIDS è oltraggioso, offensivo e discriminatorio.
Dire che con queste persone il sesso, anche se protetto, è un rischio è un’assurdità.

Lo sa che il preservativo viene utilizzato anche tra partner stabili e “normali coppie” per evitare semplicemente gravidanze ulteriori, avendo già figli?

Ascoltando le sue parole sembra che il preservativo sia il simbolo della perdizione

IL PRESERVATIVO è uno strumento di profilassi, è un presidio sanitario- ospedaliero, è prevenzione, dovrebbe essere distribuito-dato a tutti coloro che si rivolgono ai Consultori Giovani e Familiari, Dermatologia, Malattie infettive,  Sert, Salute Mentale, Ospedali Psichiatrici, anche nelle scuole.

Anche noi abbiamo una vita sessuale e relazioni con partner stabili, senza che per questo siano stati infettati!
usiamo il preservativo sempre.
Siamo, come tutti, esseri umani che si sforzano di vivere, lottare, lavorare, fare volontariato, cercare di essere persone corrette, rispettose della vita propria e di quella degli altri.


Io, Alessandro Cavassi, sono sieropositivo dal 1985 (si chiamava HTLV III all’epoca avevo 23 anni) e quindi sono anche profondamente e con tutto il cuore indignato dalle sue parole e dalla sua arroganza e dai non fatti della sua personale politica.
Le sue parole  manifestano la  sua totale ignoranza (o furbizia ) nel trattare temi particolarmente sensibili  “di vita e di morte” e tanti bisogni che riguardano centinaia di migliaia di italiani e milioni di persone nel mondo restano senza risposta.
Le sue parole alimentano ulteriormente TABU’ e DISCRIMINAZIONI,  STIGMA e OMOFOBIA, CONFUSIONE  e CACCIA agli UNTORI.
Favoriscono il mobbing e le richieste di test HIV sul lavoro o  per essere assunti, o il test HIV per la patente, evidenziano nuovamente l’alone viola sulle spalle dei sieropositivi e allontanano la gente dal controllare il proprio stato di salute….meglio restare nascosti e in silenzio.

Inoltre contribuisce a che i mass-media amplifichino una già esagerata disinformazione-ignoranza, quella del ‘TANTO NON CAPITERA’ MAI A ME’ di cui la popolazione continua a essere nutrita.
Concentrare l’attenzione sul tossico, sulla prostituta, sull’omosessuale, affermare che non si deve fare sesso con un sieropositivo  per lei è una politica seria di riduzione dei rischi?
Propone l’astinenza!
Si tratta di vere politiche d’avanguardia! Complimenti!


Aggiungo solo un paio di dati che magari le rinfrescano la memoria:
negli ultimi anni le nuove sieroconversioni HIV avvengono per via sessuale (e  solo un 6,7% per utilizzo di sostanze per via iniettiva).

Il passato lasciatelo al passato una volta tanto.
Le persone che chiamano i nostri punti informativi associativi per avere un supporto e sostegno dopo la diagnosi di sieropositività non hanno mai utilizzato nessuna sostanza “o droghe”, sono eterosessuali, sono principalmente donne, infettate da partner che hanno tenuto loro nascosta la sieropositività e non hanno usato il preservativo.
Chi usufruisce delle prestazioni delle prostitute sono sempre maschi e padri di famiglia che spesso pagano di più per non usare il profilattico.
Cosa ne dice, li vuole recuperare?

Si stimano 150.000 persone sieropositive che non sanno di esserlo perchè non effettuano il test HIV, tanto non li riguarda, e sono liberi di fare sesso con chi vogliono senza utilizzare un preservativo. Li vuole recuperare?

Congratulazioni, ci vorrebbe davvero un premio per queste politiche all’avanguardia


Il presidente
Cavassi Alessandro

 tutti i soci, fra cui:
Silvia Bandini, Luca Negri, Filippo Rivola, Lucia Baruzzi, Paola Pantieri, Cecilia Pintori, M.Grazia Ragazzini.


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