martedì 22 marzo 2011

Water Day: giornata mondiale dell'acqua.

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'Acqua per le citta' - rispondere alla sfida urbana : questo il titolo dell'edizione 2011 della Giornata mondiale dell'acqua, il 22 marzo con sede principale a Cape Town. Uno slogan, quello dell'iniziativa delle Nazioni Unite, che lancia un campanello d'allarme: l'oro blu sarà sempre più conteso all'interno di città, ormai sempre più affollate. "La sfida delle acque urbane deve essere riconosciuta per quello che realmente è: una crisi di governance, politiche inadeguate e cattiva gestione, piuttosto che una crisi dovuta alla scarsità della risorsa. Abbiamo bisogno di puntellare la sicurezza idrica contro i problemi dell'inquinamento e del cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di idee innovative e buone pratiche da attuare", spiega nel suo messaggio Joan Clos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite. I dati sul rapporto tra acqua e urbanizzazione, parlano chiaro: la crescita della popolazione urbana avanza al ritmo di 2 persone al secondo. Attualmente la metà della popolazione mondiale vive nelle città, percentuale che entro due decenni salirà al 60%, con punte del 95% nei Paesi in via di sviluppo. 
In Africa e Asia, per esempio, si calcola che la popolazione urbana si raddoppierà tra il 2000 e il 2030. E anche se tra il 1998 e il 2008 1,052 miliardi di abitanti delle città hanno avuto accesso ad acqua potabile e 813 milioni a servizi igienici adeguati, la popolazione urbana nello stesso periodo è cresciuta di 1,089 miliardi di persone persone compromettendo così il progresso raggiunto. Un abitante su quattro delle città del mondo, 789 milioni in totale, vive senza adeguate strutture igienico-sanitarie. Sono circa 497 milioni le persone che nelle città usufruiscono di servizi igienici in comune, cifra che nel 1990 era 249 milioni. E' del 27% la percentuale della popolazione urbana che nei Paesi in via di sviluppo non ha accede alla rete idrica da casa propria. La sfida dell'oro blu nelle città aumenta se si considerano i dati sulla povertà: 828 milioni di persone vivono in baraccopoli o in insediamenti impropri, senza adeguati servizi idrici e igienico-sanitari. Inoltre, i poveri pagano fino a 50 volte in più per un litro d'acqua rispetto ai loro vicini più ricchi, poiché spesso devono comprarla da fornitori privati. Altre problematiche legate all'urbanizzazione riguardano aspetti diversi: l'impatto ambientale con un "eccessivo sfruttamento delle risorse idriche" e "2 milioni di tonnellate di rifiuti al giorno smaltiti in corsi d'acqua"; la salute umana, compromessa dalla scarsità di acqua potabile "che provoca malattie come il colera e la malaria"; i disservizi dovuti alle perdite nelle reti di distribuzione urbana dove le percentuali di perdita arrivano anche al 50%, con una stima annuale che si aggira tra i 250 e i 500 milioni di metri cubi di acqua potabile smarrita nelle grandi città, che invece potrebbe rifornire dai 10 ai 20 milioni di persone. Sono 2 milioni di tonnellate i rifiuti prodotti dall'uomo che ogni giorno in tutto il mondo vengono scaricati nei corsi d'acqua. Nei Paesi in via di sviluppi il 90% di tutte le acque reflue viene immesso, senza essere trattato, direttamente in fiumi, laghi e mari. In tutto il mondo, esse sono usate per irrigare 20 milioni di ettari di terra, il 7% della superficie totale della superficie irrigata. Un fenomeno, quello dell'inquinamento delle acque, collegato ad una gestione dei servizi idrici e igienico sanitari divenuta più complessa con l'aumento della popolazione urbana, che cresce al ritmo di 2 persone al secondo al punto da poter rappresentare, entro i prossimi 20 anni, il 60% degli abitanti della Terra. E', inoltre, salito da 140 milioni del 1990 a 169 milioni del 2008 il numero degli abitanti urbani che praticano la defecazione all'aperto. Nel mondo, un residente cittadino su 4 - per un totale di 789 milioni di persone - non ha accesso a servizi igienici adeguati. La rapida urbanizzazione porta con sé diverse sfide correlate a problemi di qualità delle acque e di risanamento. I grandi progressi nell'uso di servizi igienici adeguati negli ultimi decenni sono compromessi dalla rapida crescita della popolazione urbana. L'inquinamento dell'acqua è, nonostante i miglioramenti in alcune regioni, in aumento a livello globale. Il peggioramento della qualità della risorsa idrica sarebbe il risultato di uno sviluppo economico guidato da urbanizzazione, industrie e sistemi di agricoltura intensiva. Altro tema centrale legato alla qualità delle acque e delle condizioni igienico sanitarie è quello dei rifiuti: nello studio intitolato 'Gestione dei rifiuti solidi urbani nelle citta' del mondò - condotto su oltre 20 insediamenti cittadini - la produzione media di rifiuti all'anno pro-capite è di 285 kg, con punte di 609 kg a San Francisco, negli Stati Uniti, 577 kg a Tompkins Country (Usa), 529 a Belo Horizonte (Brasile) e 528 a Rotterdam (Olanda). Sul totale dei rifiuti prodotti, il 61% è rappresentato dalla frazione organica, il 12% rientra sotto la voce 'altro'. Seguono plastica e carta - ciascuna al 9% - e poi vetro e metallo, ognuno al 2%. Un approfondimento è stato dedicato all'Asia, che nel 2025 potrebbe passare, dalla produzione attuale di 760.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani (circa 2,7 milioni di metri cubi) al giorno, a 1,8 milioni di tonnellate (5,2 milioni di metri cubi).


fonte: http://liberalvox.blogspot.com/

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