lunedì 5 luglio 2010

Vogliono imbavagliare anche il web

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Il reiterato tentativo di questo governo di mettere il bavaglio al web è una mania che parte da lontano e sta proseguendo senza tregua, ma noi dell'Italia dei Valori utilizzeremo tutti gli strumenti parlamentari e di disobbedienza civile in nostro possesso per bloccarla. 
I tentativi di censura di Berlusconi & C. cominciano con ildecreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo
internazionale”), varato nel 2005, che esigeva l'identificazione di tutti coloro che accedono ad Internet da postazioni pubbliche. Una norma che non esiste in nessun Paese occidentale, neppure dove sono più rigorose le misure contro il terrorismo, ma che è stata prorogata senza nessun motivo reale fino ad oggi. Grazie ad essa nel
nostro Paese si impedisce lo sviluppo del WIFI.
 Nel tentativo di imbavagliare il web, il Governo Berlusconi ha considerato anche la questione strutturale: quanto a diffusione della Banda Larga, l'Italia è 21° nella classifica Ocse, con ben 3 punti percentuali sotto la media europea.
 Questo vuol dire collegamenti lenti e meno possibilità di accedere ad informazioni (testuali, video e audio) per gli utenti italiani.
 Tutto questo mentre in tutto il mondo occidentale si considera la banda larga essenziale sia per la ripresa economica che per l'estensione dei diritti. Basta guardare alla Finlandia dove una legge, che entrerà in vigore questo mese, sancisce il diritto di ogni cittadino finlandese di poter usufruire di una connessione a Banda Larga con almeno 1 Mbps, che saranno 2 Mbps entro il 2012. 
Ma il tentativo più grosso di porre il bavaglio agli utenti web italiani arriva proprio dal ddl Intecettazioni: le norme contenute puntano ad equiparare siti informatici e giornali, dando ai blogger l’obbligo di rettifica in 48 ore. Questo sancirebbe la morte del giornalismo partecipativo e della diffusione delle notizie via web.
 Proprio per questo noi dell'Italia dei Valori proponiamo la cancellazione del decreto Pisanu, il finanziamento allo sviluppo della Banda Larga (con i soldi ricavati dall'aumento del costo delle concessioni televisive) e il ritiro immediato del ddl Intercettazioni. Per difendere la libera circolazione delle idee su web siamo disposti alla disobbedienza civile in Parlamento e alla rivolta democratica anche tramite l'utilizzo dello strumento referendario.

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