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L'accordo “Di liberazione e residenza in cambio di lavoro” negoziato dal governo italiano in queste ultime ore è inaccettabile e ha il sapore della beffa.
I cittadini eritrei detenuti ingiustamente e in condizioni disumane nel carcere libico di Brak non chiedono, infatti, un'occupazione in Libia ma di veder riconosciuto lo status di rifugiati al quale hanno diritto e di essere accolti in un Paese democratico.
Il Movimento Primo Marzo ed il Movimento No Razzismo Day
Chiedono:
alla diplomazia internazionale di attivarsi affinché:
Venga riconosciuto lo status di rifugiato alle 250 persone deportate nel carcere di Brak e sia trovata per loro una sistemazione degna e sicura in Paesi che abbiano sottoscritto la Convenzione di Ginevra;
Sia rispettato l'anonimato di queste persone, così da non mettere a repentaglio la vita dei loro parenti e amici rimasti in Eritrea;
Cessino immediatamente i respingimenti in mare da parte dell'Italia e il governo italiano risponda del proprio operato al riguardo, avendo agito in totale violazione dei fondamentali diritti umani e delle norme comunitarie in materia di protezione internazionale.
Ricordano:
che l'Eritrea è sottoposta una delle più brutali e oppressive dittature contemporanee e che lasciare il Paese rappresenta per molti eritrei l'unica possibilità di salvezza;
Che almeno 11 tra le 250 persone deportate a Brak sono state respinte in mare lo scorso 1° luglio da una nave italiana senza che nessun accertamento venisse fatto sulla loro condizione o fosse presa in considerazione la loro richiesta di asilo politico.
Esortano:
i comitati locali a mobilitarsi per promuovere iniziative di solidarietà e sensibilizzazione e sostenere quelle che si stanno svolgendo in tutta Italia, e invita le associazioni e le singole persone impegnate nella difesa dei diritti umani e nella costruzione della giustizia sociale a fare altrettanto.
I cittadini eritrei detenuti ingiustamente e in condizioni disumane nel carcere libico di Brak non chiedono, infatti, un'occupazione in Libia ma di veder riconosciuto lo status di rifugiati al quale hanno diritto e di essere accolti in un Paese democratico.
Il Movimento Primo Marzo ed il Movimento No Razzismo Day
Chiedono:
alla diplomazia internazionale di attivarsi affinché:
Venga riconosciuto lo status di rifugiato alle 250 persone deportate nel carcere di Brak e sia trovata per loro una sistemazione degna e sicura in Paesi che abbiano sottoscritto la Convenzione di Ginevra;
Sia rispettato l'anonimato di queste persone, così da non mettere a repentaglio la vita dei loro parenti e amici rimasti in Eritrea;
Cessino immediatamente i respingimenti in mare da parte dell'Italia e il governo italiano risponda del proprio operato al riguardo, avendo agito in totale violazione dei fondamentali diritti umani e delle norme comunitarie in materia di protezione internazionale.
Ricordano:
che l'Eritrea è sottoposta una delle più brutali e oppressive dittature contemporanee e che lasciare il Paese rappresenta per molti eritrei l'unica possibilità di salvezza;
Che almeno 11 tra le 250 persone deportate a Brak sono state respinte in mare lo scorso 1° luglio da una nave italiana senza che nessun accertamento venisse fatto sulla loro condizione o fosse presa in considerazione la loro richiesta di asilo politico.
Esortano:
i comitati locali a mobilitarsi per promuovere iniziative di solidarietà e sensibilizzazione e sostenere quelle che si stanno svolgendo in tutta Italia, e invita le associazioni e le singole persone impegnate nella difesa dei diritti umani e nella costruzione della giustizia sociale a fare altrettanto.
Primo Marzo e No Razzismo Day si uniscono alla protesta sulla libertà di informazione e contro il D.D.L Bavaglio e rilevano che oggi più che mai è indispensabile in Italia una stampa libera dalle censure ma, anche, dal conformismo e dall'opportunismo, dalla superficialità e dall'indifferenza.
Da questi vizi nasce infatti l'assordante silenzio che, con poche eccezioni, ha finora accompagnato le vicende eritree sui media italiani.
Propongono all'attenzione della rete la condizione disumana degli Eritrei di Brak e l'accordo truffa mediato dallo stato italiano, per allontanare da sé le responsabilità che oggettivamente condivide, e che rimandano all'accordo Italia- Libia e alla politica dei respingimenti. La gravità della situazione e la soluzione proposta nulla hanno a che vedere con i diritti internazionali dei rifugiati sanciti dagli accordi internazionali
La mobilitazione partirà su facebook e sulla rete Mercoledì 14 e Giovedì 15 luglio con l'esposizione collettiva del seguente stato:
IO NON RESPINGO, IO NON SCHIAVIZZO, SIANO RISPETTATE LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI PER I DEPORTATI DI BRAK, NOI NON SIAMO COMPLICI SILENZIOSI DI CAMPI DI DEPORTAZIONE E DI LAVORO FORZATO, NESSUNA COMPLICITA' CON I DITTATORI
IO NON RESPINGO IO MI VERGOGNO DI QUESTO GOVERNO
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