lunedì 28 giugno 2010

Roberto Cota, a rischio la presidenza del Piemonte

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Sarà una  settimana calda per la politica italiana, con ancora l'eco della polemica del neo ministro Brancher a far da sfondo. Si comincia domani con la sentenza d'Appello al processo Dell'Utri; si proseguirà martedì con le battaglie parlamentari su manovra e ddl intercettazioni; poi arriverà il 1° Luglio e la notte potrebbe calare come una scure sul governo Berlusconi. A parte la manifestazione 'No Bavaglio Day', che vedrà la Rete mobilitarsi (anche Yes, political! è in agitazione e sta preparando per quel giorno la diretta streaming, stay tuned...) contro le norme contenute nel ddl intercettazioni, la ley mordaza (legge museruola, testuale), che limitano la libertà di stampa e estendono ai 'siti informatici' l'obbligo di rettifica entro 48 ore pena sanzioni fino a 12.500 euro; il primo Luglio sarà il giorno in cui il Tar del Piemonte deciderà sulla legittimità delle ultime elezioni regionali che hanno visto la vittoria del leghista Roberto Cota per una manciata di voti sulla candidata PD, Mercedes Bresso.


Tutto ciò a causa di una lista collegata, i 'Pensionati per Cota', capeggiata da tal Michele Giovine, secondo l'accusa l'autore delle diciotto firme false dei suoi diciotto candidati, a quanto pare persino ignari di essere in lista. Cota grida al golpe argentino, va da Napolitano e avverte che sarà un massacro (ma di chi? forse solo e soltanto della legalità, già mal messa da queste parti). Vi domanderete: ma il PD, che ha presentato i ricorsi e le denunce, è pronto a nuove elezioni in Piemonte? Bresso si era defilata, aveva sconfessato il ricorso in cambio di una poltroncina in Europa. Ora, fiutando una possibile ricandidatura, è tornata sui suoi passi. Teme che Chiamparino le soffi via l'occasione. Un bel quadretto, non credete?

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