lunedì 31 maggio 2010

Assalto israeliano alla nave dei pacifisti la marina spara: "Almeno 10 morti"

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la marina attacca la Freedom Flotilla. Ancora incerto il bilancio delle vittime, decine di feriti. Censura militare sull'evento, i volontari: "Azione in acque internazionali". Turchia protesta, attaccato consolato israeliano

GAZA - La marina israeliana ha assaltato il convoglio di navi con a bordo centinaia di attivisti pacifisti che si stavano dirigendo verso le coste di Gaza per forzare il blocco imposto agli abitanti palestinesi della Striscia. Almeno dieci le vittime dell'attacco, decine di feriti ma secondo i volontari a bordo delle navi il bilancio potrebbe salire. Non ci sono per ora commenti ufficiali da parte di Israele, le notizie provengono da un giornalista arabo a bordo di una delle navi intervistato dalla radio pubblica israeliana. Sono stati uditi spari e i militari israeliani sono a bordo delle imbarcazioni e stanno conducendo perquisizioni. Le navi sono state dirottate verso il porto israeliano di Haifa. Secondo gli organizzatori, l'operazione sarebbe avvenuta in acque internazionali.

Il racconto dell'assalto viene dunque dagli stessi pacifisti a bordo delle navi. "Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri turca "Mavi Marmara" sparandole contro. Il filmato in diretta streaming dall'imbarcazione mostra che 2 persone sono state uccise e 31 ferite", riferisce un comunicato dell'organizzazione "Freedom flotilla". "Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: 'aiutateci, siamo stati abbordati dagli israeliani'", continua la nota. "La coalizione formata dal Free Gaza Movement (fg), European Campaign to end the siege of Gaza (Ecesg), Insani yardim vakfi (ihh), Perdana global peace organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to lift the siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino. L'attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale", aggiunge il comunicato.
Al Jazeera conferma che nessuna delle missioni passate è mai riuscita a entrare nelle acque territoriali di Gaza, controllate dalla marina israeliana e ritiene che l'attacco sia effettivamente avvenuto in acque internazionali.

La  "Freedom flotilla", la missione di organizzazioni non governative internazionali, era partita ieri dal porto cipriota di Nicosia con aiuti umanitari per i palestinesi di Gaza.

Le prime reazioni arrivano dalla Turchia, che aveva appoggiato la missione. La Turchia ha convocato
l'ambasciatore israeliano ad Ankara Gabby Levy: "Faremo presente la nostra reazione nei termini più perentori", ha detto una fonte del ministero degli Esteri turco alle agenzie di stampa. Decine di manifestanti hanno provato a fare irruzione al consolato israeliano di Istanbul, lanciano pietre e venendo a contatto con le guardie di sicurezza.

In Siria, intanto, otto gruppi palestinesi con base a Damasco hanno chiesto agli stati arabi e musulmani di dare supporto alla "flotilla" ed hanno avvertito israele di evitare "ogni sciocchezza per ostacolare le navi". "Ciò potrebbe creare nuove tensioni e imprevedibili reazioni", hanno fatto sapere i gruppi palestinesi, tra cui Hamas e Jihad islamica.

Per arrivare nell'enclave palestinese, le sei navi, con a bordo 700 pacifisti pro-palestinesi e 10.000 tonnellate di aiuti umanitari, dovevono superare il blocco israeliano. Secondo il governo dello stato ebraico, le imbarcazioni pacifiste della "freedom flotilla", dirette verso la striscia di gaza "sono una provocazione". "Abbiamo la ferma intenzione di arrivare a gaza malgrado le intimidazioni e le minacce di violenza che abbiamo ricevuto", aveva detto ieri uno degli organizzatori della "freedom flotilla".
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