Oggi il Consiglio Comunale di Milano approverà l’Accordo di Programma Expo 2015. Siamo contrari a questo accordo, in pratica lo stesso del duo Formigoni-Moratti, che regala soldi pubblici a Fiera e Cabassi e consentirà a immobiliari e cooperative di speculare dopo Expo. La conferma,come sosteniamo da quattro anni, che c’è alternativa all’Expo della valorizzazione dei suoli, della speculazione immobiliare e della mobilità pesante. Non c’è alternativa perché bipartisan sono vedute, interessi e pratiche (vedi la vicenda Penati-aree Falck) quando si parla di territorio, edilizia, costruzioni. Lo conferma la timidezza nel gestire prima il veto del BIE sulle serre e pro-padiglioni, poi l’intesa con Formigoni per le aree,
dove guadagnano solo Fiera e Cabassi.
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Il centrosinistra, che ha appoggiato il referendum che chiedeva “zero cemento” sull’area Expo, dovrebbe respingere questo Accordo, ma non lo farà. Certo non per le temute figure, ma perché alla fine con Expo guadagnano anche soggetti economici di riferimento (vedi Coop), alleati d’affari (CdO) o immobiliaristi amici (Cabassi). E’ un accordo che, in nome dello slogan “Nutrire il Pianeta”, porterà alla cementificazione di oltre 400.000 mq di terreno agricolo e verde, da aggiungere alle devastazioni delle infrastrutture varie (da Malpensa, a TEM e Brebemi) nei parchi lombardi. Opere spesso inutili, onerose per le casse pubbliche, che Expo ha reso irrinunciabili. Un accordo che prelude a un’immensa colata di cemento; una grande opportunità per immobiliaristi, mafie e speculatori e un danno per i cittadini.
Expo lo pagano i milanesi che avranno tariffe più care per treni e ATM, lo pagano i pensionati che maggiormente utilizzano i servizi sanitari con i ticket, lo pagano le famiglie che non avranno più le detrazioni sul mutuo o sulle spese dell’asilo. Crediamo che la politica abbia preso in giro in modo
indecoroso i cittadini, tra un litigio e l’altro per la gestione di Expo, presentando progetti faraonici in una fase di profonda crisi economica in cui alle fasce sociali più deboli si chiede l’ennesimo sacrificio. Siamo stati presi in giro con operazioni di facciata, che mostravano una falsa
partecipazione democratica, con inutili eventi mediatici, ma poi il parere dei milanesi, contro questo accordo di programma, nel referendum consultivo, è ignorato.
Pisapia ha sostenuto che era tardi per cambiamenti e che la vera partita sul destino delle aree e sulle volumetrie si giocherà in futuro. Vorremmo credergli, ma sappiamo che non sarà così. Nonostante questo, avanziamo due proposte che, se il centrosinistra è sincero, dovrebbero essere accolte con favore, perché mirano a difendere qualità della vita e
l’interesse pubblico. Chiediamo al Sindaco di agire affinché durante l’Expo non si tengano manifestazioni fieristiche nell‘area adiacente. Possiamo reggere una presunta affluenza doppia di quella del Salone del Mobile per un periodo 30 volte più lungo? Non è buon senso dire da subito che il Polo Fieristico di Rho-Pero sarà chiuso, con la possibilità di sfruttarne gli spazi a fini logistici e i parcheggi risparmiando aree verdi e denaro? Ovviamente questa ipotesi non piace a Fiera, che è stata la vera promotrice di Expo e che da questa operazione guadagnerà cifre astronomiche. La seconda richiesta è che gli eventuali costi di bonifica sull’area Expo siano a carico degli attuali proprietari e non della società Expo. Dalle risposte alle nostre osservazioni in merito, risulta che nel 40% dell’area, non sia stato possibile
fare carotaggi e analisi per verificarne lo stato. Sono due proposte concrete, tutto il resto, le modifiche nel 2016, l’Expo diffuso, i giardini condominiali spacciati per parchi, sono chiacchiere.
Pisapia si è detto costretto a stringere l’abbraccio mortale di Formigoni, pena la perdita di Expo e la figuraccia. Visto il baratro economico-finanziario del paese, le casse vuote degli Enti Locali, facendo saltare Expo si sarebbe risparmiato sicuramente la figuraccia con i milanesi, cui dovrà spiegare come trovare le centinaia di milioni per il grande evento, che doveva salvare Milano e il Paese e che rischia, invece, di affossarlo ulteriormente tra debiti e cemento. Sia messa fine alla farsa Expo, altrimenti, quando crisi e ruspe colpiranno i territori, saranno le persone a mettere fine alla commedia, e a Milano, come in Valsusa, sarà dura...per loro!
comitato no expo - info@noexpo.it - www.noexpo.it
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