giovedì 10 febbraio 2011

“Qui è un problema fare l’opposizione”

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EzioMauro
D’Alema e Veltroni hanno iniziato a litigare nel 1994. Il che vuol dire, anche senza esprimere giudizi di merito, litigano da quattro partiti, perché hanno iniziato nel Pd, hanno proseguito con il Pds, poi con i Ds e infine nel Pd…”. Pausa. Sopracciglia che si sollevano: “In questo lasso di tempo non breve, l’America è riuscita ad eleggere cinque presidenti, è stata inventata una cosetta come Google, e – anche se può sembrare incredibile – persino l’Inter è tornata a vincere lo scudetto”. L’apologo sintetico di Ezio Mauro arriva come una scudisciata perché il tono del direttore di Dronero è pacato, non varia di un semitono rispetto a quando mi parla di Bobbio, di Zagrebelsky e di Montesquieu. Però, quando rialzo la testa dal taccuino e lo guardo, noto un inarcamento, in un angolo della bocca – che in fondo è un sorriso. Nel corso dell’intervista il direttore di Repubblica concede un’apertura di credito al centrosinistra (“Finalmente hanno finito con le aperture sulle riforme”) parla soprattutto di Silvio Berlusconi. Lo sfida, di fatto a querelarlo (di nuovo),dedica lunghe riflession ia quella che savianamente chiama “la fabbrica del fango”, cesella epiteti sprezzanti per Brunetta   e Sacconi (“Ministri facinorosi che inseguono le vendette del ‘900”), dice che sarà “lui stesso” (lui è Berlusconi) a creare le condizioni perché tutte le opposizioni si uniscano. Dedica stilettate memorabili a Minzolini Ferrara, Vespa e ad Alfonso Signorini (che non cita direttamente). Rivela la notizia esplosiva di un quasi-ricatto a “un giornalista sgradito al governo”. Definisce “folle” chi dice di una sua candidatura a premier e che Saviano “vuole essere e fa bene lo scrittore”. Repubblica – dice – fa giornalismo, e non politica. Fruga sulla scrivania, estrae un foglietto ingiallito: “È l’unica tessera che io abbia mai avuto in vita mia, quella del Partito d’azione. Un cimelio. Arriva da un lettore”.
Da due anni batti sul tasto dell’anomalia democratica…
Sì. Vedo che anche i dirigenti del centrosinistra accettano questa verità. Posso partire da un’immagine?  
Quale?
Oggi, nella stanza dei caporedattori, avevamo quattro schermi accesi sui tg italiani e internazionali.
E che notizie davano?
Quelli italiani trasmettevano Berlusconi che presentava un improbabile piano di rilancio, la Bbc dava le breaking news sulla richiesta di rito immediato contro il nostro premier.
Ti stupisce?
Affatto. Si citavano i capi di imputazione: il primo: “prostituzione minorile”. Il secondo, da noi “peculato”, era tradotto, efficacemente: “abuso d’ufficio”.  
Cosa hai pensato?
Da noi milioni di persone ancora non sanno che di questo si discute: pochi tg hanno usato altrettanta linearità. Queste due cose non stanno insieme.
Rilancio e prostituzione?
Esatto. Sei con le mani e con i piedi dentro uno scandalo, hai un governo in stato pre-agonico, eppure cerchi di spostare l’attenzione su un annuncio che ha tutta l’aria di una diversione.
Non credi che Berlusconi ci creda?
Non è riuscito a fare questo quando era appena uscito dal voto, investito da un mandato mai visto, da una maggioranza di cento voti e da un consenso fortissimo. Perché dovrebbe ora?
Basta un voto in più dopotutto…
Ha riaggregato un materiale umano terribile. Gente su cui nessuno fa affidamento. E non ci crede nemmeno lui, un minuto dopo averli comprati.
Comprati?
Su Repubblica abbiamo pubblicato il contratto, con tanto di importo, con cui si retribuivano due ex deputati della Lega. Ma ci sono anche transazioni non direttamente economiche.  
Berlusconi querela molti giornali…
Quando ci ha querelato, per le nostre dieci domande, 138 giornali in tutto il mondo le hanno riprese.
Ora pubblicate le dieci bugie…
Mi farebbe quasi piacere se querelasse ancora. Ma capisco che non voglia ripetere l’esperienza.  
Anche voi avete querelato lui.
Per l’invito a boicottarci! Ma invece di andare in tribunale, ha usato lo scudo del Parlamento per l’immunità.
Ha risposto, in parte, però. Oh, sì… Chiuso dentro il recinto del suo notaio personale, e di un libro della sua casa editrice. “Il notaio” è Vespa, un bell’epiteto.
(Stupore) Non è un’illazione.
Non credo che Vespa sia contento.
È il ruolo che si è scelto. Ha iniziato a recitarlo davanti alla scrivania del contratto degli italiani, allestita dallo spin doctor dell’epoca, Crespi.
Il premier sarebbe al suo posto senza controllo di giornali e tv?  
Ovviamente no. Sono strumenti che vengono usati per mistificare, per sviare l’attenzione, propagandare false verità mascherate di antimoralismo.
E tu non sei moralista su Ruby?
Cosa c’è di morale in messaggi dettati dal cielo con episodi di giornalismo imbarazzante?
Alt. Stai parlando dell’intervista al Tg1 di Augusto Minzolini, con le domande inserite ex post.
Ho conosciuto Minzolini quando dava l’anima per cercare le notizie, ora guardo con fatica i titoli del suo tg. Oggi dà l’anima per nasconderle.
Non guardi più il Tg1?
Cosa c’è da vedere? Ci sono le reazioni del potere alle notizie che non sono date. Cosa può capire lo spettatore?
Il problema sono i giornalisti?
Il problema non sono i killer, ma i mandanti.  
Facciamo scuola di giornalismo?
Va illuminato il mandante, e soprattutto il movente. Il vero voyeurismo non è il nostro. È quello di chi pubblica le intercettazioni senza spiegare il contesto e trarre le conseguenze.
Esempio?
Non è informazione il giornalismo di chi non tira mai un filo. Un grande giornale ha persino scritto: è stata spiata la residenza di Arcore. Bè, menzogna.
Le ragazze sono state intercettate.
Non a casa del premier. E la telefonata per cui tutto il mondo ci ride dietro è stata ammessa da lui stesso, nel tentativo grottesco di trasformare una menzogna in una verità di Stato.
I giornali di sinistra processano Berlusconi?  
Posso citarti una frase: “Un uomo politico deve rispondere pubblicamente dei suoi comportamenti privati”. Non è un mio editoriale, è di Barbara Berlusconi. Non posso che sottoscrivere.
Questa è una piccola perfidia.
No, buonsenso. Bastano le parole della figlia. E invece lui cerca di farsi assolvere, ancora una volta dalla sua maggioranza con il voto sull’inchiesta.
I magistrati vanno avanti.
Ma la fabbrica del fango, immediatamente, colpisce. Hai visto cosa hanno fatto alla Boccassini?
Il trattamento Boffo?
Certo. Quello che ha colpito Mesiano. E poi l’avvertimento a Fini, seguito dalla campagna su Montecarlo. E parlo dei casi che ho studiato.
Cosa intendi?
L’avvertimento dei giornali del premier agli avversari del premier è: attento, ora rovistiamo nel tuo letto. La tua vita privata verrà messa a soqquadro.
Non sempre funziona.
Anche se non ci si piega il messaggio per tutti è: tieni gli occhi bassi. Tieni le orecchie chiuse.
Non è finita?  
Posso raccontarti il caso di un importante giornalista sgradito al governo.
Chi?
Il nome non posso farlo. E’ stato chiamato dal direttore di uno dei giornali di presunto gossip, la cui principale attività è santificare la famiglia reale…
 È facile: il “Chi” di Signorini.
Non importa. Importa il messaggio: “Ci sono delle fotografie imbarazzanti che ti riguardano, se te le vuoi ricomprare questo è il numero del fotografo”.
Stai dicendo che è un ricatto?
Peggio: ti sta dando un avvertimento. Ti dice che sei sorvegliato. Ti dice che devi rigare diritto. E anche se quest’uomo non si piega lo hai toccato. Questo è un paese in cui è un problema stare all’opposizione.  
Cossiga disse: “Mauro sarà il candidato premier del centrosinistra”.
Se è per questo l’ha scritto pure Libero, e me l’ha chiesto persino un leader di centrosinistra
Nome, nome…
Non lo dico perché è una fesseria. Non salgo mai sui palchi. Non sono andato nemmeno al Palasharp.
Hai duellato con Ferrara…
Aveva scritto un articolo incredibile. Ora vedo che si è corretto. Sono d’accordo con lui su una cosa…  
Questa è una notizia.
Che non siamo d’accordo su nulla. Hanno attaccato Eco perché ha detto che legge Kant. E cosa dovrebbe leggere? La Settimana Enigmistica?
Repubblica tira la volata a Saviano?
È uno scrittore, straordinario, che vuole continuare a fare lo scrittore. È uno straordinario personaggio pubblico, non credo sia un personaggio politico. Vedi?
Cosa?
È una caratteristica del populismo. Ma perché Saviano non si fa gli affari suoi? Il messaggio per tutti è fatti gli affari tuoi, a te pensa il sovrano.
Non ti senti troppo indulgente con il centrosinistra?
Assolutamente no!
Cosa gli manca?
Hanno perso il concetto di fraternità. Se discuti con Franceschini o Bersani, ti parlano 10 minuti di Berlusconi e 50 del loro avversario di partito.  
Allora sei più duro di noi de Il Fatto.
Noto che non si sentono compagni. Essere moderninonsignificafareilbagnonelsenso comune. O fare il gregariato del vincente, penso alla Fiat. Uno di loro…
Chi?
Non conta. Un insospettabile. Quando nel 1994 scrissi che la parola unificante doveva essere riformismo, mi chiamò: ‘Come sei vecchio, culturalmente’. Bè, ora riformismo è l’unica cosa che hanno sulla carta di identità.
Allora sei spietato
No, ti ripeto. Ogni settimana chiedevano il dialogo sulle riforme a prescindere. Ora vedo che si sono corretti. Sai cosa mi disse Bobbio? “Si interrogano sul loro destino e non capiscono che dipende dalla loro natura, se risolvessero la loro natura risolverebbero anche il loro destino”.

Luca Telese

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