domenica 5 maggio 2013

Cannabis terapeutica, legge Toscana. Dopo un anno e' ancora al palo

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co
Articolo di Alberto Sciolari, Valentina Piattelli e Giampaolo Grassi ***

 Ad un anno dall'approvazione della Legge toscana sulla Cannabis Terapeutica (2 maggio 2012) ancora non è stato approvato il Regolamento Attuativo che la renderebbe realmente funzionante. La Legge, che doveva facilitare l'iter faragginoso che medici e pazienti devono seguire per poter ottenere cure a base di cannabinoidi, resta quindi un mero auspicio, senza alcuna applicazione reale per i pazienti.
Gli obiettivi della legge (la cui versione definitivamente approvata è il frutto di lunghe mediazioni in commissione sanità con il contributo delle associazioni act, alc, pic, lila e Radicali-Tamburi) erano due:
1 - fare chiarezza sulle procedure amministrative nelle farmacie delle Asl e negli ospedali,
2 - inviare un segnale ufficiale, chiaro ed autorevole ai medici toscani: che questi farmaci e preparazioni magistrali derivati dalla cannabis potevano effettivamente essere prescritti ed utilizzati in scienza e coscienza secondo le modalità già vigenti da anni a livello nazionale, per una molteplicità di applicazioni terapeutiche il cui numero è in continuo aumento man mano che vengono pubblicati ad un ritmo sempre crescente nuovi studi scientifici.
A tutt'oggi tra gli operatori sanitari c'è chi pretende che l'utilizzo questi farmaci sia limitato da una qualche legge alla terapia del dolore, chi invece sostiene che sono solo per il trattamento palliativo della sclerosi multipla o del tumore, col risultato che anche per queste limitate e scontate indicazioni, nella quasi totalità dei casi il paziente continua a scontrarsi con invalicabili muri di gomma, quando si rivolge al proprio medico o ospedale. L'ostacolo è da anni innanzi tutto culturale, per una sostanza la cui validità terapeutica è stata scrupolosamente negata nel nostro Paese fino almeno al 2007, ed il cui solo nome evoca timori e reticenze che non si riscontrano neanche per le sostanze più pericolose e tossiche oggi prescritte, né quando si utilizzano farmaci in grado di causare, oltre ai danni collaterali per la salute, gravi e rischiose dipendenze.
L'impulso dei consiglieri regionali toscani era nato dalla constatazione di prima mano che neppure la loro stimata collega Laura Ballini, nei mesi prima di morire era riuscita ad accedere legalmente a quei farmaci pur teoricamente disponibili, nonostante avesse potuto sperimentare personalmente l'efficacia della cannabis per il miglioramento delle sue condizioni, esperienza di cui ha lasciato toccanti testimonianze scritte che hanno segnato l'inizio del dibattito e della presa di coscienza da parte della Regione Toscana.
Questo è il motivo per cui è stato ritenuto necessario ribadire nero su bianco tramite una legge regionale ciò che dovrebbe già da tempo essere pratica medica corrente, se la questione non fosse stata fino ad oggi gestita come terreno di scontro tra schieramenti politici o come argomento di esclusiva competenza del Dipartimento Politiche Antidroga.
Mentre altrove in Paesi europei ed americani si discute di legalizzazione della cannabis, in Toscana attendiamo ancora che i malati ed i loro medici possano finalmente accedere ai farmaci derivati.

***
- Alberto Sciolari, Pazienti Impazienti Cannabis (PIC)
- Valentina Piattelli, presidente dell'Associazione per l'iniziativa radicale "Andrea Tamburi"
- Giampaolo Grassi, membro del Comitato Scientifico dell'Associazione Cannabis Terapeutica 

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...