Libertà immediata per gli attivisti fermati
3 / 7 / 2011
Chi ha guardato il telegiornali (tutti, nessuno escluso) della straordinaria giornata di lotta in val Susa non ha potuto sapere nulla. Se non la versione dei comandi dei carabinieri, della finanza, della polizia.
Chi ha visto i tg non ha saputo che tre nostri fratelli sono stati tra i molti aggrediti, picchiati, feriti gravemente e sottoposti a torture.
Jacopo, studente veneziano di 19 anni, è tuttora in ospedale con traumi gravissimi ed in condizioni molto serie. Il poliziotto che gli ha sparato una granata lacrimogena da guerra lanciata ad alzo zero lo ha fatto volontariamente e sapendo di poter uccidere.
Fabiano, del Centro sociale TPO ed attivista per la giustizia ambientale e sociale -non “un pregiudicato” come riportato dai lanci di agenzia- è stato ferito gravemente riportando traumi lacero-contusi al capo, il setto nasale fratturato ed ha una mano spaccata.
Fabiano è stato picchiato per ore, anche con un tubo di metallo, e sottoposto a torture dopo il suo fermo, fino a rendere necessario il suo trasporto d'urgenza con elicottero in ospedale.
Gianluca, attivista del Centro sociale Rivolta è stato fermato e trasportato in ospedale per le botte ricevute.
Agli arrestati è stato riservato un trattamento violento e privazione delle cure mediche (tant'è che posti di blocco hanno più volte tentato di impedire il passaggio dell'ambulanza per soccorrere i feriti). Chi lo ha fatto è un torturatore in concorso con altri, che vestono la stessa divisa.
A distanza di 10 anni da Bolzaneto, le pratiche dei reparti mobili italiani non sono cambiate per nulla.
Noi stiamo con Fabiano, con Jacopo, con Gianluca e staremo con loro per denunciare quello che hanno subito, per ottenere giustizia e facciamo appello ai giornalisti che non hanno smesso di pensare affinchè diano spazio e visibilità a questa altra verità che il can can mediatico di queste ore occulta completamente.
Chi si dissocia da “comportamenti violenti” si rivolga al Ministro Maroni e reclami le sue dimissioni, invece di confondersi nel gioco di distinzione tra manifestanti buoni e cattivi.
Ribellarsi ha significato costruire una giornata di indignazione generale, enorme e non ignorabile, con un assedio di massa di decine di migliaia di persone che hanno bloccato i cantieri accogliendo l'appello dei comitati no tav.
Noi eravamo a Chiomonte ed in Val Susa. E siamo felici di esserci stati. Perchè né Cota né Fassino possono fermare il vento che è cambiato.
Tutti liberi! Liberi tutti!
i compagni e le compagne del RIVOLTA e del TPO
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