venerdì 10 giugno 2011

Che cos’è il programma HAARP

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Il programma HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) è un progetto di ricerca finanziato da diverse organizzazioni militari statunitensi (US Air Force, US Navy e DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency) e dall’Università dell’Alaska. Si occupa in primo luogo di studiare le proprietà della ionosfera per poter così migliorare i sistemi di posizionamento e di comunicazione civili e militari.
La ionosfera è la parte dell’atmosfera che si estende da un’altezza di 50 km fino a oltre 1000 km. La sua caratteristica è che a quelle altezze gli atomi sono ionizzati: per effetto della radiazione solare, in primo luogo luce ultravioletta e raggi X, gli atomi dei gas liberano elettroni (che hanno carica negativa). Questi sono liberi di muoversi finché non vengono “catturati” da atomi che li hanno persi (e quindi hanno una carica positiva). La ionosfera è importante per le attività umane perché influenza la trasmissione di onde radio a grande distanza: le onde corte (e a alta frequenza) utilizzate “rimbalzano” nello strato di gas ionizzati e ritornano verso la Terra. Per le distanze intercontinentali le onde possono fare fino a cinque “rimbalzi”.
Il programma HAARP è iniziato nel 1990 e ha il suo centro di ricerca principale vicino a Gakona, un paesino di poco più di 200 abitanti nel sud dell’Alaska. La costruzione del sito è stato completata nel 2007 dalla BAE Systems, una multinazionale inglese nel settore aerospaziale e della difesa. Il principale dispositivo della base in Alaska è un potente emettitore di onde radio ad alta frequenza (180 antenne per una potenza massima di 3.600 kilowatt), che viene utilizzato per “stimolare” temporaneamente ristretti settori della ionosfera e studiare gli effetti. Tra gli obiettivi del programma c’è anche lo sviluppo di nuovi strumenti per il monitoraggio delle zone sottomarine e sotterranee.

Numerose altre strumentazioni sono utilizzate per monitorare costantemente le variazioni naturali della ionosfera in conseguenza dell’attività solare. I risultati delle ricerche sono solitamente resi pubblici attraverso numerosi articoli su importanti riviste scientifiche, come il Journal of Geophysical Research o Radio Science: alla struttura lavorano ricercatori sia appartenenti alle università, sia da aziende private.
Nelle FAQ che si trovano sul sito ufficiale del progetto HAARP, viene chiarito che «non ci sono documenti top secret legati all’HAARP. Le relazioni sull’impatto ambientale (Environmental Impact Process, EIP) sono sempre state, sono ora, e sempre saranno interamente descrittive di tutte le attività del programma». Sul sito è anche disponibile una grande quantità di dati tecnici rilevati con le apparecchiature.
Le attività dell’HAARP sono da anni al centro di parecchie teorie cospirazioniste che le accusano di fare esperimenti in grado di influenzare le condizioni meteorologiche e ambientali, per provocare disastri naturali come tsunami, tornado e terremoti. Nell’ampia galassia dei cospirazionisti le versioni sulle “reali attività” dell’HAARP sono numerose e diverse. Piuttosto comune è la convinzione che facciano parte del programma molti paesi occidentali, con una rete di installazioni segrete in tutto il mondo e un raggio d’azione globale: idea collegata probabilmente all’esistenza di un autonomo progetto dalle finalità simili, di nome EISCAT, di cui fanno parte diversi paesi europei, Cina e Giappone, e che gestisce tre installazioni radar nella Scandinavia settentrionale. Una delle teorie collega il progetto di scatenare terremoti attraverso l’HAARP (con finalità come “ridurre la sovrappopolazione negli Stati Uniti e in Giappone”) al progetto parallelo di “dividere in due” la Terra o, in alternativa, di trasformarla in un buco nero, di cui invece sarebbe incaricato il CERN di Ginevra.
Nel corso del tempo i cospirazionisti hanno accusato l’HAARP di essere responsabile di grandi black out della rete elettrica, dell’esplosione in aria del volo TWA 800 vicino a New York, nel 1996, e di un cospicuo numero di terremoti. L’ultimo in ordine di tempo è lo tsunami giapponese.
In realtà l’emissione di onde radio ad alta frequenza ha effetti solamente sulle zone dell’atmosfera altamente rarefatte, oltre i 70 km di altezza sul livello del mare: i cambiamenti atmosferici avvengono in zone molto più basse dell’atmosfera, nella troposfera e nella stratosfera. Nella ionosfera le enormi energie originate dall’attività solare sono in grado di provocare turbolenze anche molto forti, ma queste non hanno alcuna ricaduta sul tempo atmosferico vicino alla superficie terrestre.
foto: AP Photo/Mark Farmer

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