
Lo spiega in un colloquio con il Corriere della Sera Herve Falciani, ex dipendente della Hsbc che ha sottratto alla holding la lista di clienti tra i quali circa settemila italiani sospettati di evasione fiscale. L’informatico non svela i nomi contenuti nella lista, “ho il dovere di non dirlo – afferma – perché c’é il segreto bancario e le indagini”, ma respinge le accuse di essere una spia, o di aver offerto i dati sottratti alla banca: “Mai venduto nulla. Mai stato in carcere. Io ho denunciato i meccanismi oscuri con cui le banche violano gli accordi internazionali” e “l’ho denunciato” alle autorità francesi. Fermarsi ai nomi, comunque, “é stupido, lì ci sono i pesci piccoli. I nomi sono un piccolo problema” dietro il quale c’é quello “enorme”, quello dell’assenza di regole per la finanza internazionale.
Falciani, nato “in un paradiso fiscale” dove “si impara come nascondere il denaro da piccoli, come da voi il calcio”, racconta di aver deciso di rivelare la lista dopo aver visto “decine di migliaia di strutture off shore, quelle utilizzate dalla criminalità. Davanti a quei numeri si poteva capire che l’opacità era voluta, non era più artigianale come quella che avevo visto a Monaco”. Con le garanzie bancarie gli speculatori possono arrivare a spendere “fino a due miliardi, partendo da un milione”. E’ qui, dice, “che servono i controlli. E la tracciabilità totale del denaro”.
Il fondo europeo contro la crisi, poi, “sono 750 miliardi in garanzie bancarie. Serve a pagare i debiti dei Paesi, come la Grecia. Ma i debiti dove sono? Nelle banche. E’ come prendere da una tasca e mettere in un’altra” con la differenza degli “interessi” che vengono pagati alla fine “dai cittadini alla banca. Questo – conclude – é la base del sistema finanziario che mette in pericolo l’economia”.
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