martedì 1 marzo 2011

Siciliani. Camilleri chiede il boicottaggio del premier in Parlamento, Lombardo l’intervento umanitario in Libia

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Lo scrittore Andrea Camilleri propone il boicottaggio di ogni iniziativa parlamentare “berlusconiana” senza eccezione alcuna e si fa portavoce di un appello che alcuni intellettuali italiani hanno fatto a tutte le opposizioni presenti nelle Camere. Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo vuole un immediato intervento umanitario della comunità internazionale, in prima fila Europa, in Libia. E commenta, irritato: “Se non in questa occasione, dove e quando?”.

Entrambi all’Infedele, entrambi fuori dal “coro”. È un caso che queste voci vengano dalla Sicilia? Forse no. Il destino geografico del siciliano è diverso da quello del resto dell’Italia, come osserva Gad Lerner, il conduttore dell’Infedele.

“Di fronte al dispotismo proprietario di Berlusconi deve esserci un’azione di difesa repubblicana”, spiega Andrea Camilleri. “Un blocco sistematico da realizzare con ogni mezzo messo a disposizione dalle norme e regolamenti delle Camere. Non un aventino, precisa lo scrittore siciliano, ma l’esatto contrario, la partecipazione attiva, un invito opposto per “combattere” dentro il Parlamento il dispotismo proprietario”.


Andrea Camilleri sostiene che non ci sia altro da fare perché le proposte di legge annunciato devono essere fermate. Sono un attacco alla Costituzione e alla democrazia. Per farlo, suggerisce, basta applicare alla lettera i regolamenti parlamentari: si bloccherebbe tutto, “si paralizzerebbe il blitz berlusconiano”- Ostacoli dunque contro un progetto che sembra non conoscere ostacoli. “Occorre boicottare il Parlamento, facendo sul serio l’ostruzionismo, senza sconti”. E poi, con una espressione colorita tipicamente siciliana, chiosa: “A brigante, un brigante e mezzo”.

 Camilleri confessa di non essere affatto contento del comportamento delle opposizioni che, a suo avviso, dovrebbero fare azione comune nella presente circostanza, perché l’attuale è un momento di emergenza, la cui pericolosità è data dal declino di Berlusconi, che potrebbe avere gravi conseguenze: colpi di coda, quelli che i tonni sferrano prima di finire nella rete”.

Quanto alle rivolte “democratiche” nei Paesi arabi, Camilleri manifesta irritazione per le non-scelte del governo italiano. E non solo per questa ragione. Il Mediterraneo è una vasca da bagno, osserva, dobbiamo essere per forza dalla stessa parte. “La paura verso la rivoluzione nordafricana è indotta”, spiega Camilleri, “un’accoglienza meno allarmistica e più razionale aggiusterebbe ogni cosa”. La nostra missione, prosegue, non può che essere una: favorire la democrazia. Magari così si farebbe perdonare il baciamano al colonnello Gheddafi. “Servono perciò fantasia, coraggio e generosità, dismettendo la paura per l’altro”.

Ultima questione, l’Unità d’Italia e l’atteggiamento leghista. Camilleri, su questo, scende giù come una scimitarra: se si sentono altra cosa rispetto agli italiani, osserva lo scrittore, non si facciano pagare gli stipendi mensili da Roma ladrona. Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord, ha giudicato “idiota la proposta di Andrea Camilleri, ed il suo discorso eversivo, brigatista. “È da matti volere bloccare il Parlamento”.

Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha espresso giudizi lusinghieri su Camilleri. “Bisogna intervenire in Libia, la comunità internazionale deve farsi carico di difendere la democrazia e di aiutare i libici che subiscono conseguenze sanguinose per la loro aspirazioni democratiche. Senza democrazia, ha sostenuto, non ci può essere sviluppo in quei paesi. I despoti hanno affamato la loro gente e si sono portati i soldi all’estero. “Bisogna dismettere l’approccio coloniale che continua a prevalere”.

Lerner ha posto al governatore alcune domande sul villaggio della solidarietà che dovrebbe ospitare gli immigrati in territorio di Mineo, utilizzato una struttura che ha ospitato finora i militari americani. “Abbiamo fatto presente al ministro Maroni alcuni problemi di sicurezza e di integrazione con riferimento alle possibilità occupazionali. “Accoglieremo i richiedenti asilo, mantenendo una tradizione di ospitalità ed accoglienza che la Sicilia ha sempre avuto. Abbiamo solo fatto presidente che non ci sono sbocchi di lavoro dalle nostre parti, purtroppo. “I sindaci si sono preoccupati, proprio a causa di questo aspetto; tuttavia, questa preoccupazione riguardava un numero ben più grande di richiedenti asilo, ben 7500 immigrati, e non 1500, quanti il villaggio ne dovrebbe ospitare, avendo una ricettività idonea a questa dimensione”.


  QUI L'INTERVENTO DI ANDREA CAMILLERI A L'INFEDELE 


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