martedì 13 luglio 2010

'Ndrangheta, boss milanese avrebbe indirizzato voti a deputato Pdl

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Pino Neri, capo assoluto della 'ndrangheta in Lombardia, arrestato oggi per associazione mafiosa nel maxi-blitz di carabinieri e polizia, avrebbe indirizzato, su indicazione di Antonio Chiriaco, direttore della Asl di Pavia, anche lui finito in carcere per associazione mafiosa e corruzione, voti a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, che però risulta estraneo ai 

fatti e non è indagato.   

          Le mani della 'ndrangheta sul Nord


Operazione congiunta delle procure di Reggio Calabria e Milano: 300 arresti, tra cui i vertici delle cosche di Reggio Calabria e i capi distaccati in Lombardia. Nuova luce sull'organizzazione criminale: una piramide sempre più simile a Cosa Nostra
 (immagini di Fabrizio Ricci)
Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la 'ndrangheta diretto dalle Dda di Reggio Calabria e Milano: oltre 300 le persone arrestate in diverse parti d'Italia per vari reati. Si tratta, si apprende in ambienti investigativi, della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni, che ha visti impegnati 3.000 uomini dei carabinieri e della polizia di Stato.
Gli arresti scaturiscono da "complesse indagini coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria": indagini che "hanno consentito di documentare la gestione delle attività illecite in Calabria e le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, dove stava estendendo i propri interessi illeciti in diversi settori economici".
L'operazione ha colpito le più importanti e potenti famiglie della 'ndrangheta delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, oltre alle loro proiezioni extraregionali ed estere. Di fatto sono state "destrutturate", dicono gli inquirenti, le cosche egemoni nel capoluogo reggino, nella fascia ionica ed in quella tirrenica, tra cui i Pelle di San Luca, i Commisso di Siderno, gli Acquino-Coluccio ed i Mazzaferro di Gioiosa Ionica, i Pesce-Bellocco e gli Oppedisano di Rosarno, gli Alvaro di Sinopoli, i Longo di Polistena, gli Iamonte di Melito Porto Salvo.
Tra gli arrestati c'è anche Pino Neri, considerato il capo dell'ndrangheta in 
Lombardia. A quanto si è appreso da fonti investigative, Neri era, fino a prima dell'arresto, il vertice assoluto della mafia calabrese in Lombardia. In carcere con l'accusa di associazione mafiosa e corruzione anche il direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Mentre sono indagati l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa.


Dall'inchiesta emerge un quadro più chiaro dell'organizzazione criminale: la 'ndrangheta ha ormai una struttura verticistica e tutti gli affiliati, sia che operino in altre regioni, sia che si trovino all'estero, dipendono gerarchicamente dalle cosche della provincia di Reggio Calabria. L'organizzazione criminale non si basa più, dunque, su una struttura familistica, ma si è organizzata sul modello di Cosa nostra siciliana, con una "commissione" centrale a Reggio che è il vertice assoluto dell'organizzazione.
C'è anche un capo assoluto di questa "commissione" che è stato arrestato dai carabinieri di Reggio Calabria e sotto di lui ci sono i capi mandamento ed i capi locali. Ma quello che emerge ancora una volta e che la 'ndrangheta cosidetta di periferia, quindi quella che non vive in provincia di Reggio Calabria, ma a Milano, Torino , in Canada o in Australia, dipende in tutto e per tutto dalla commissione provinciale reggina.
FONTE:
http://www.rassegna.it/

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