domenica 4 luglio 2010

Mr. Franco wanted. I pm nisseni irrompono a casa dei Ciancimino

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i Silvia Cordella È altoatesino l’uomo dei Servizi che per circa trent’anni ha affiancato Vito Calogero Ciancimino nella sua lunga carriera tra mafia e politica.
  Il nome e il cognome dello 007 che ha avuto un ruolo fondamentale nella Trattativa del ‘92 e nella latitanza di Bernardo Provenzano si trovano in una lista scritta a mano dall’ex sindaco di Palermo e consegnata nei giorni scorsi da Massimo Ciancimino ai magistrati della Procura del capoluogo siciliano. I procuratori ora sanno che il misterioso “Signor Franco”, anziano e quindi oramai in pensione, ha origini nordiche ma la sua identità non comparirebbe nella lista ufficiale degli investigatori segreti italiani. Ed è certamente un dato che prolunga inevitabilmente le ricerche sull’uomo, giunte finora sino alle porte dell’ambasciata statunitense grazie ai numeri di telefono trovati nella sim di Massimo Ciancimino. Un’indagine particolarmente delicata che potrebbe sfociare presto in una richiesta di rogatoria oltreoceano per mettere a fuoco quei fatti che legano le stragi del ’92 al mondo dei Servizi deviati. Per ora dunque siamo ancora nella fase delle domande. Tra le tante una in particolare martella gli inquirenti: per conto di chi il misterioso investigatore segreto, amico di don Vito e di Provenzano, lavorava?
Osservazioni e analisi ancora senza definitive risposte che sono alla base di una certa dose di apprensione da parte delle Procure di Palermo e Caltanissetta, impegnata quest’ultima nella nuova inchiesta sui mandati esterni della morte del dottor Borsellino che ieri ha dato mandato alla Dia di perquisire le case di Roma, Palermo, Bologna e Cortina di Massimo Ciancimino. Un’azione che denota una certa diffidenza dei magistrati nisseni nei confronti del figlio di don Vito, più volte criticato di centellinare le prove a supporto delle sue dichiarazioni a cui lui risponde affermando la sua buona intenzione a collaborare con la magistratura e rivendicando il suo contributo senza il quale non si saprebbe nulla dei rapporti tra suo padre e i soggetti appartenenti al mondo dei Servizi. Nel dubbio però che ciò possa riservare sorprese i magistrati hanno occupato i suoi appartamenti. Quel che sperano di trovare è la foto del “signor Franco” che lui stesso aveva annunciato di voler fornire e altra documentazione che Ciancimino junior potrebbe essersi riservato di consegnare in questi mesi di interrogatori. I controlli riguardano anche le abitazioni di amici e parenti come quelli in corso a casa di sua sorella Luciana dove sono stati rinvenuti alcuni appunti di Vito Ciancimino inerenti i suoi rapporti con i costruttori mafiosi palermitani Nino Buscemi e Francesco Bonura. In uno vi è scritto “Bonura-Dell´Utri, faranno la stessa fine”.

Altri invece adducono ad affari a “Pizzo Sella” a Palermo e alle ragioni della morte di Roberto Calvi. Il presidente del Banco Ambrosiano che a metà degli anni Settanta aveva partecipato alla movimentazione del denaro di Bonura, Buscemi e di Vito Ciancimino negli investimenti per la costruzione di Milano 2. 
E ora, mentre i pm di Caltanissetta mettono a soqquadro le residenze dei Ciancimino, la Procura di Palermo lavora sull’identificazione dei nomi che accompagnano quello del Signor Franco nella lista consegnata dal testimone. Tra i componenti vi sarebbero anche uomini dello Stato che hanno rivestito e tuttora rivestono alti incarichi istituzionali, in passato legati a doppio filo con don Vito Calogero Ciancimino. Scoprire dunque la verità su questa parte d’inchiesta sarà il prossimo compito dei magistrati di Palermo che affideranno a tecnici competenti la perizia di questo ennesimo reperto del disonore.

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